la Repubblica, 15 febbraio 2023
Biografia di Margherita Cassano
Una giudice, per la prima volta, al vertice della magistratura italiana. A rappresentare la forza di quelle oltre 5mila colleghe che ormai superano di ben un migliaio i colleghi maschi. Ad aprire nel 2024 l’anno giudiziario sarà una donna. E questo si ripeterà nei due anni successivi vista la sua età. In cento anni di storia del palazzaccio di piazza Cavour, che cadono giusto il prossimo 23 marzo, una toga rosa al vertice non s’era mai vista. E questa donna, Margherita Cassano, è stata pm a Firenze nella scuola del grande Piero Luigi Vigna. E poi, nella stessa città, presidente della Corte di appello.
Oggi il primato storico spetta a una magistrata riservata che dal 2020 era già la numero due di piazza Cavour. Il nuovo Csm, per ora in commissione, l’ha indicata iericome la carta vincente. Il primo marzo, presente Sergio Mattarella in quanto presidente del Csm, sarà il plenum a dare il via libera. Ieri laici e togati hanno accolto la proposta di Andrea Mirenda, l’unico consigliere “indipendente” di questo Csm, eletto senza appartenere ad alcuna corrente. Margherita Cassano invece di una corrente – Magistratura indipendente – ha sempre fatto parte, ma la scelta ideologica non è entrata nelle sue decisioni giudiziarie. Ha battuto l’unico concorrente, Giorgio Fidelbo, anch’egli toga della Cassazione, definito dai suoi stessi colleghi “giurista di altissimo livello”.
Cassano succede a Pietro Curzio, fine giurista barese. Superfluoinsistere per una reazione, che non ha dato neppure nel luglio di due anni fa quando è stata nominata, anche allora per la prima volta, presidente aggiunta. A chiederle della sua vita, lei ricorda suo padre magistrato. Già, Cassano è figlia di un protagonista dei più importanti processi di terrorismo nero e rosso fatti a Firenze, tant’èche è stato lui, Pietro Cassano, a condannare Renato Curcio. Di questo padre, per lei un’icona per tutta la vita, Margherita ama citare una frase che lui ripeteva come un mantra alle due figlie: «Ragazze, aspettate che le cose vengano incontro a voi, e non andate voi incontro alle cose». E in effetti, pur nel pettegolo mondo delle toghe, non si ha notizia di sue pressioni o manovre per conquistare questo ambitissimo posto. Che dieci anni fa era sfuggito a una bravissima giudice, Gabriella Luccioli, la protagonista della sentenza su Eluana Englaro.
Lei, nata a Firenze, ricorda le origini lucane, il padre di San Mauro Forte, la madre di Grassano, due piccoli paesi del materano. E da quelle terre arriva un quadro, che un parente le aveva donato, che l’ha sempre seguita e raffigura il paese del padre. L’aveva portato in Cassazione quando, da pm, era arrivata alla prima sezione penale. L’ha lasciato lì quando è diventata la prima giudice a Firenze. L’ha ritrovato a piazza Cavour. C’è da scommettere che ora entrerà nel suo ufficio di prima presidente.