Il Messaggero, 14 febbraio 2023
Intervista a Francesco Rocca
I suoi sostenitori brindano con lo spumante. Lui, no: è astemio e beve CocaCola. Festeggia così Francesco Rocca. Ha aspettato che la vittoria si delineasse senza incertezze, e quindi ha atteso poco, e poi dalla sua abitazione alla Camilluccia è arrivato al palazzo delle Tre Fontane dell’Eur, per godersi con tutti i suoi la vittoria. Non c’è Meloni, che come si sa ha l’influenza, ma ecco l’inner circle di Giorgia: il ministro Lollobrigida, Arianna sorella e moglie, la fedelissima Chiara Colosimo e tutti gli altri. Gioia e letizia, e Fabio Rampelli che con Rocca ha condiviso la campagna elettorale e la stesura del programma, è uno dei primi ad essere arrivato in questa sala dell’Eur.
Presidente Rocca, possiamo già chiamarla presidente?
«Aspettiamo la proclamazione, ma intanto la vittoria è nettissima ed è merito di tutti noi. A cominciare da Meloni che mi ha scelto».
È stata Giorgia la prima a chiamarla per farle i complimenti?
«Sì. E al telefono era contentissima. Mi ha detto: Francesco, chiamami per qualsiasi cosa. Sarà appassionante lavorare insieme. La cooperazione istituzionale tra Governo e Regione è una carta fondamentale per la crescita del Lazio. Non sprecheremo questa grande opportunità».
I virulenti attacchi personali, oltre che politici prima del voto, l’avrebbero dovuta abbattere. Si sono rivelati invece un boomerang, considerando i dati del suo successo?
«Io ero convinto che sarebbe accaduto questo. Ossia che gli attacchi ingiusti non avrebbero sortito alcun effetto a favore di chi li scagliava. E non poteva essere diversamente. Gli elettori sono molto più maturi e responsabili di quanto molti vogliono pensare e sperano che siano. I media mi hanno aggredito ma eccomi qui: pronto a governare senza acrimonia e con uno spirito di totale disponibilità alle ragioni, e ai bisogni, di tutti».
Adotterà lo spoil system nell’apparato regionale e nelle aziende connesse?
«Andranno avanti i migliori. Nella mia attività professionale, da manager della sanità a guida della Croce Rossa italiana e internazionale, ho sempre scelto le persone sulla base delle loro competenze. Non saremo affatto una Regione politicamente arroccata».
Da dove si comincia?
«Abbiamo un Giubileo che è dietro l’angolo. Quello del 2025. Vanno messi subito in piena funzionalità tutti i Pronto Soccorso. Questo è fondamentale. Occorre dare l’impressione, ma concreta e non d’immagine, che la sicurezza sanitaria a Roma e nelle altre città che saranno coinvolte nell’Anno Santo sia una condizione garantita al meglio. E chiederò uno sforzo straordinario a tutte le aziende dei trasporti per la massima efficienza nella mobilità di chi arriva per questo grande evento. L’ammodernamento del sistema infrastrutturale riguarda anche il Giubileo. Bisogna evitare che Roma venga congestionata e insieme occorre rendere efficiente il sistema della mobilità per far raggiungere ai turisti e ai pellegrini gli oltre 370 Comuni del Lazio».
I tempi non sono strettissimi?
«Ci mettiamo all’opera da subito. Sto già pensando alla squadra della Giunta che sarà di assoluta eccellenza».
Faccia i nomi?
«Adesso non li posso fare. Dobbiamo ragionare insieme ai partiti della coalizione. La gente ci ha affidato una grande responsabilità e non deluderemo».
Perché non fa un governo regionale pieno di tecnici, che forse sarebbe quello che meglio si addice a una figura tecnico-politica come lei e potrebbe meglio rispondere alle aspettative dei cittadini stanchi della politica dei partiti e vogliosi di competenza-competenza-competenza?
«Di sicuro, non mi lascerò imporre alcun nome. Ma il clima nella coalizione è ottimo e non c’è aria di imposizioni. Non so se prenderò l’interim della sanità, non l’ho ancora deciso. Ma certamente, per la mia esperienza nel campo, seguirò molto da vicino questa materia che è quella cruciale. In essa si gioca molto del necessario riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni e del recupero di dignità per le persone che vivono nel Lazio. Mai più degenti che negli ospedali stanno per giorni e giorni abbandonati su qualche barella. La mia prima delibera sarà infatti sui tempi di attesa nei Pronto Soccorso. Vedere in questi anni le scene con i malati per terra, o abbandonati su un lettino da campo, mi ha ferito profondamente. Faremo di tutto, ve lo assicuro, perché queste scene non esistano più. E deve funzionare bene, meglio di quanto abbia fatto finora, anche il 118».
Ma a proposito della distanza tra istituzioni e società, non la spaventa che è stato eletto da pochi votanti perché l’astensionismo dilaga?
«Per dieci anni, l’indifferenza e la sordità della Regione nei confronti dei bisogni dei cittadini è stata la cifra del passato governo laziale. Adesso le parole chiave sono due: ascolto e dignità. È un’offesa alla dignità della vita delle persone, per esempio, costringerle al calvario dei trasporti che non ci sono e delle infrastrutture mancanti. Avremo il tempo per realizzare finalmente il raddoppio della Pontina, il secondo binario della ferrovia Roma-Viterbo e la linea che porta a Rieti finora scollegata via treno. Per non dire della creazione del terzo aeroporto del Lazio e di quanto riguarda Civitavecchia. Turisticamente è già uno degli hub più importanti, lo potenzieremo come scalo commerciale collegato con una rete viaria fondamentale per far viaggiare, dalla farmaceutica a tutto il resto, le produzioni industriali della nostra regione».
Si rende conto che per fare tutto ciò, stando ai tempi a cui siamo abituati, ci vorrebbe un secolo o forse un millennio?
«L’importante è avere determinazione, competenza e chiarezza di idee e noi pensiamo di averle».