La Stampa, 14 febbraio 2023
L’informativa di polizia e Ros: 41 bis controproducente
Quando il Superprocuratore Gianni Melillo ha ipotizzato che per il detenuto Alfredo Cospito si potesse passare dal carcere duro al circuito dell’Alta sicurezza, ossia un leggero decalage nell’asperità del trattamento carcerario, non era per bontà d’animo, ma sulla base di un ragionamento molto pratico che viene dalle forze di polizia. Nel suo parere che sta sulla scrivania del ministro della Giustizia, Melillo riporta infatti due importanti informative di polizia e carabinieri, i cui reparti antiterrorismo ritengono che, a questo punto, tenere Cospito al 41bis non soltanto sia inutile, ma controproducente.
«Si rileva che la narrativa riferibile alla galassia anarco-insurrezionista – è l’analisi del direttore della polizia di prevenzione, il vecchio Ucigos – si propone tradizionalmente l’obiettivo di indicare le campagne di lotta anche attraverso l’individuazione di possibili obiettivi da colpire». Vale a dire che è un metodo comune, l’indicazione dei nemici, non un’esclusiva di Cospito. Ma c’è di più: «A testimonianze di come la produzione documentale di questo tenore sia connaturata al movimento di cui il Cospito è figura di vertice, anche successivamente alla sua sottoposizione al regime del 41bis, sono stati acquisiti documenti dai toni particolarmente violenti e che incitano all’azione diretta nell’ambito della campagna di solidarietà anche internazionale indetta in favore del detenuto». Ecco perché, secondo la polizia, è controproducente tenere il terrorista anarchico al carcere duro: così si alimenta una campagna contro lo Stato italiano nel mondo.
Stesso ragionamento fa il Ros dei carabinieri, mai tenero con gli anarco-insurrezionalisti: «Risulta in tutta la sua evidenza – sono i passaggi scritti dai carabinieri e riportati nel parere della Dna – come la sottoposizione del detenuto Cospito Alfredo al regime del 41bis non abbia azzerato le comunicazioni e le pubblicazioni all’interno del movimento anarchico-insurrezionalista. Considerato anche il fatto che la Fai/Fri non è struttura gerarchica né piramidale, questo ha di contro generato un incontenibile, diffuso e variegato movimento di contestazione che ha prodotto l’ulteriore nefasta conseguenza di aver fatto convergere nello stesso campo di lotta gruppi e individualità anarchico-insurrezionaliste ed esponenti di estrazione marxista-leninista con precedenti specifici di militanza brigatista ed esperienze di lotta armata».
Ecco qual è il pericolo individuato dall’Antiterrorismo dei carabinieri. Il rigido isolamento di Cospito dal mondo sta coaugulando personalità eversive diverse, e sta diventando una battaglia comune a gruppi molto lontani dal punto di vista ideologico, però uniti in questa occasione. Con pragmatismo investigativo, il Ros esamina la situazione come si è determinata in questo inizio di gennaio. «L’applicazione del regime 41bis e il conseguente isolamento di Cospito Alfredo – scrivono – non hanno determinato l’auspicata riduzione del proselitismo, né il contenimento dell’attività del movimento anarchico-insurrezionalista, che invece ha incrementato le azioni dirette, le iniziative politiche e l’elaborazione di scritti e documenti ideologici che trovano diffusione anche in ambiti esterni di contiguità politica al movimento stesso».
Detto tutto ciò, unendo considerazioni di fatto con quelle di diritto, la Superprocura suggerisce al governo una soluzione che salverebbe le esigenze umanitarie con quelle di sicurezza, allo stesso tempo sottraendo al movimento anarco-insurrezionalista un fondamentale argomento: se si togliesse Cospito dal 41bis e lo si riportasse all’Alta sicurezza come è stato negli ultimi 9 anni, imponendogli stavolta la censura della comunicazioni, si avrebbe un sufficiente argine alla diffusione di documenti propagandistici, ma senza i rigori del 41bis.
Nel parere della Superprocura, gli argomenti della difesa di Cospito non hanno fatto alcuna breccia. «Argomentazioni non condivisibili». Una contrapposizione tutta ideologica da parte del governo, però rischia di fare il gioco dell’Antistato. «In alcuni recenti documenti di aree anarchiche – scrive Melillo, che ieri ha deciso di fare un comunicato per chiarire il suo pensiero – è finanche evidenziata una presunta difficoltà dello Stato nella gestione delle conseguenze derivate dall’applicazione del regime differenziato all’anarchico Cospito».
Il Superprocuratore ha allegato un articolo, "Lo Stato è debole", pubblicato lo scorso 26 dicembre 2022 sul sito di area anarchica "Il rovescio". «A tale divisione palesemente non appartiene la consapevolezza che le istituzioni di uno Stato di diritto operano legittimamente soltanto attraverso la rigorosa applicazione della legge e dei principi costituzionali».
I prossimi appuntamenti – domani Nordio parlerà in Parlamento, il 24 febbraio se ne occuperà la Cassazione, a seguire toccherà alla Corte costituzionale – non potranno non tenere conto dei diversi punti di vista dei magistrati.