la Repubblica, 14 febbraio 2023
Meloni accentra a Palazzo Chigi la macchina del Pnrr
Un accentramento dentro l’accentramento. A Palazzo Chigi, nelle mani del fedelissimo Raffaele Fitto. È il decreto che arriverà giovedì sul tavolo del Consiglio dei ministri a dare forma al disegno di Giorgia Meloni sulla governance del Pnrr. Il titolo dell’operazione è “Struttura di missione”, la nuova regia che nascerà presso la presidenza del Consiglio.
Avrà un coordinatore, quattro direzioni generali, cinquanta funzionari in più rispetto a quelli dislocati oggi nelle strutture della presidenza del Consiglio. Avrà soprattutto poteri. Operativi, ma anche politici. Come supportare il ministro con la delega al Piano nelle funzioni di indirizzo e coordinamento «dell’azione strategica del Governo» per l’attuazione. Ma da qui passeranno anche le trattative con la Commissione europea e qui si metteranno a confronto gli obiettivi concordati a Bruxelles con i risultati raggiunti.
È il primo livello di accentramento, quello interno a Palazzo Chigi. Cade uno dei pilastri dell’impianto messo a punto da Mario Draghi: la Segreteria tecnica. I compiti e le funzioni saranno trasferiti alla Struttura di missione; tra quelli più importanti l’individuazione e la segnalazione alla presidente del Consiglio delle azioni necessarie per superare le criticità nella realizzazione delPnrr. Un assorbimento che dentro al governo viene definito «un’ottimizzazione di funzioni e strutture». Il riassetto, però, apre allo spoils system. Il nome cerchiato in rosso è quello di Chiara Goretti, la coordinatrice della Segreteria scelta e blindata da Draghi. In molti, dentro al governo, scommettono su un’uscita volontaria imminente, proprio perché la Segreteria tecnica sarà ridimensionata nei suoi poteri. Se resterà, il suo ruolo sarà comunque secondario.
E sempre alla sostituzione delle figure chiave del Pnrr guarda l’articolo del decreto che lascia mano libera ai ministeri nella riorganizzazione delle Unità di missione, le strutture più importanti. Le attività e le funzioni potranno passare a un altro dirigente interno; i ministri potranno procedere con le sostituzioni dei coordinatori che erano stati scelti dal governo precedente. Matteo Salvini è pronto: via Davide Ciferri, che al ministero dei Trasporti è arrivato, tramite concorso pubblico, con l’ex ministro Enrico Giovannini.
La nuova governance coinvolgerà anche i sindacati e gli enti locali: i loro rappresentanti non siederanno più al Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale perché il governo ha deciso di cancellare il tavolo. È un organo consultivo, senza poteri decisionali, ma è anche l’unica sede in cui Cgil, Cisl e Uil, oltre alle categorie produttive e sociali, possono dire la loro sul Pnrr.
Il secondo livello di accentramento del Pnrr a Palazzo Chigi impatta sul ministero dell’Economia. Il Servizio centrale, di stanza alla Ragioneria generale dello Stato, sarà sostituito dall’Ispettorato generale: si occuperà sempre di monitoraggio e rendicontazione, ma dovrà rispondere a Fitto e dovrà raccordarsi con la Struttura di missione di Palazzo Chigi.
Soprattutto l’Ispettorato non sarà più il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Pnrr, fino ad ora rappresentato dal Servizio centrale al Mef. La stessa dicitura compare nella nuova governance, ma trasloca a Chigi, assegnata alla Struttura che supporterà Fitto. Un altro pezzo di quella centralizzazione che cambia l’assetto della cabina di comando del Pnrr.