la Repubblica, 14 febbraio 2023
Da Storace a Batman, la vecchia destra si riprende il Lazio
Sono stati i volti delle giunte e delle maggioranze del centrodestra che tra Regione e Campidoglio hanno comandato negli anni d’oro dei vari Gianni Alemanno, Francesco Storace, Renata Polverini. Protagonisti di stagioni segnate da polemiche, scandali, sprechi, buchi di bilancio e indagini giudiziarie che hanno travolto queste amministrazioni e il loro seguito. Ma adesso, dopo dieci anni e oltre, senza molto clamore e salendo nel frattempo sul carro giusto che in fondo si chiama Lega o Fratelli d’Italia, stanno risalendo sulla scena che conta. Pronti a rientrare dalla porta principale della Regione Lazio seguendo il neo governatore Francesco Rocca. Alcuni restando magari nell’ombra, altri invece tornando direttamente a guidare tolde di comando che contano nel Lazio, a partire dalla sanità che da sola muove quasi 20 miliardi di euro, ma non solo.
Stanno ritornando, insomma, come se i rapporti passati con i protagonisti di indagini che hanno segnato Roma, su tutte “Mondo di mezzo” di quel Massimo Carminati oggi in libertà, ma anche “Lady Asl” e “Rimborsopoli”, non fossero mai esistiti. Alcuni nomi sembravano davvero finiti ormai nel dimenticatoio e invece eccoli qui in augegrazie al “nuovo”, si fa per dire, centrodestra che con Rocca si riprende la Regione. A partire da Domenico Gramazio, ex missino che frequentava proprio Carminati. Il figlio, Luca, è stato da poco condannato in via definitiva in quella inchiesta. Gramazio senior fino all’ultimo ha fatto appelli al voto in sostegno di Rocca, appoggiando in particolare le candidature di Fratelli d’Italia in consiglio regionale di Marco Bertucci, figlio di un dirigente Atac ai tempi della sindacatura Alemanno, e di Emanuela Mari.
Rocca ha fatto finta di nulla, anche se Gramazio ha partecipato a diversi eventi elettorali e di certo Fratelli d’Italia vuole il ritorno in giunta, e con un ruolo di peso, di Marco Mattei, ex assessore all’Ambiente con Renata Polverini. Oggi Mattei è a capo della segreteria del ministro della Salute Orazio Schillaci ma conosce bene Carminati: dalle indagini su “Mondo di mezzo” è emerso che per ben due volte è stato a pranzo con lui e Salvatore Buzzi.
Un altro nome delle giunte d’oro della destra romana sta tornando nel palazzo e anche lui in pole come possibile assessore: Giuseppe Cangemi, ex paracadutista della Folgore ma soprattutto già braccio destro della stessa Polverini in Regione. Cangemi entrerebbe in quota Lega, e sempre grazie al partito di Salvini si parla del ritorno con ruoli importanti in Regione anche di Francesco Aracri, ex assessore nella giunta Storace, e di Fabio Armeni, ex assessore sempre nella giunta Polverini. Tornando a Fratelli d’Italia, che tra i suoi militanti ha il cuore delle giunte Alemanno, Storace e Polverini, per un posto nella squadra di Rocca si fa il nome di Fabrizio Ghera, già assessore comunale. E un altro volto di quelle giunte potrebbe avere un ruolo in Regione: quello di Mauro Antonini, candidato al consiglio regionale con la Lega e in passato componente di punta di Casapound. L’organizzazione di estrema destra che su Alemanno aveva puntato molto e che allora salutò con diversi suoi militanti la conquista del Campidoglio con il braccio ben alzato. Molta di quella destra è stata accolta oggi dalla Lega di Salvini: tra questi Adriano Palozzi, con Polverini a capo della Cotral, l’azienda di trasporti regionali, coinvolto nell’indagine Parnasi sullo stadio e arrivato agli onori della cronaca per aver dato del “tossico” a Stefano Cucchi.
Ma è la sanità un settore chiave nella Regione Lazio: un comparto nel quale lo stesso Rocca ha sulle spalle l’ombra di un conflitto di interesse, avendo rappresentato big del settore come Antonio Angelucci ma anche la Fondazione Maria Monti che gestisce un budget di rimborsi da venti milioni di euro. In questi giorni di campagna elettorale si è fatto rivedere a qualche evento anche l’ex assessore alla Sanità della giunta Storace, Marco Verzaschi, travolto dall’indagine “Lady Asl”. Come si è rifatto vivo Fiorito, ex capogruppo del Pdl in Regione, meglio noto con il soprannome di Batman, che ha scontato una condanna per le spese pazze del consiglio regionale di allora. Adesso frequenta gli eventi organizzati dalla Lega, come tanti che vogliono ricominciare da dove erano stati, in fondo, prima dell’arrivo delle giunte del centrosinistra e dei 5 stelle tra Capidoglio e Regione. Come dire: dove eravamo rimasti dunque?