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 2023  febbraio 13 Lunedì calendario

Storia della casa editrice Castoro

La storia del Castoro inizia nel 1993 e si presenta con due tir che arrivano in un deposito vicino a Bergamo. Renata Gorgani e i suoi soci sono giovani, entusiasti e un po’ incoscienti: hanno comprato dalla Nuova Italia la collana Castoro Cinema e ora da scaricare c’è il catalogo, e cioè enormi balle di libri che vanno sistemati per titolo. Allora Renata Gorgani, che del Castoro è l’amministratrice delegata, e Pico Floridi, presidente, si conoscevano da qualche giorno: un comune amico le aveva presentate a una cena, entrambe avevano la passione per il cinema, qualche soldo da investire e una formazione umanistica.
Da quel 13 febbraio di trent’anni fa i tir hanno percorso parecchia strada: oggi Il Castoro occupa un ampio ufficio a Milano e sta per pubblicare il catalogo storico con circa 490 titoli dedicati al cinema e oltre 800 libri per ragazzi. «Questi percorsi lunghi sono fatti di strada che ti conquisti e di magica congiunzione», dice Gorgani al «Corriere». Che guarda indietro con un misto di stupore, orgoglio, contentezza: «Ma il bilancio più importante sta nel fatto che la curiosità, l’interesse, la passione per il lavoro siano rimasti gli stessi. Il successo è senz’altro il frutto di una serie di scelte, ma mentirei se dicessi che ci fosse fin dall’inizio una progettualità chiara e netta. L’unica cosa certa era fare un passo dopo l’altro». Così, sei anni dopo la nascita, Il Castoro inizia a pubblicare libri per ragazzi: «Una scelta – continua Gorgani – dovuta a vari fattori. Entrambe avevamo una passione per gli illustrati e il mercato in quel settore ci sembrava molto aperto». La produzione editoriale oggi copre ogni genere di quel segmento di mercato – albi, narrativa, non-fiction, graphic novel – ed è firmata dai grandi nomi italiani e internazionali. Jeff Kinney, il papà della Schiappa, è la bandiera, ma ce ne sono molti altri, come Mo Willems, Helen Oxembury, Michael Morpurgo, Bernard Friot, Kate Di Camillo e, tra gli italiani, Pierdomenico Baccalario, Luigi Ballerini, Francesco D’Adamo, Marta Palazzesi.
Dopo i libri per ragazzi arriva l’acquisto della storica Libreria dei ragazzi di Milano, invenzione e regno di Roberto Denti e Gianna Vitali, a cui si è aggiunta quella di Brescia. «Un passo, nato dall’amicizia con Gianna e Roberto, che abbiamo fatto con una certa incoscienza. Ricordo di aver chiesto consiglio a un amico editore, Federico Enriques di Zanichelli. “Con questa scelta pensi di poter mettere in pericolo i posti delle persone che lavorano con te?”, mi chiese. Risposi di no. E allora fallo, disse lui». Poi un altro passo: nel 2017 l’acquisizione del marchio Sonda di Antonio Monaco e Paola Costanzo, con le pubblicazioni sui diritti civili, l’ambientalismo, la difesa degli animali, gli stili di vita green; l’anno dopo arriva Tunué con il suo catalogo di fumetti per i ragazzi e adulti. Tutto questo ha strutturato Il Castoro come un piccolo gruppo indipendente: «Il mercato cambia continuamente e c’è la necessità di esser solidi, grandi, significativi, per mettersi al riparo», spiega l’amministratrice delegata.
Non avere una progettualità granitica è, per lei, un valore: «Il primo comandamento è stare con gli occhi e gli orecchi aperti, in ascolto, perché il mondo cambia continuamente e velocemente e ciò che è valido oggi domani chissà... Adesso ci stiamo chiedendo quale sarà la prossima svolta nel mondo dei ragazzi, se sarà duratura o passerà presto». Oggi i social sono al centro. «Noi, per esempio, con Tunué pubblichiamo Pera Toons, che viene da lì, ma sappiamo anche che quando i ragazzi creano un bestseller, magari lo fanno con un librone di 500 pagine. Se lo vanno a cercare da soli, se lo scambiano, creano comunità, bypassando il modo classico in cui si promuovono i libri. In generale a noi piace sperimentare, trovare nuove strade. Abbiamo pubblicato l’americana Raina Telgemeier quando fare fumetti per ragazzi sembrava una follia: i librai non sapevano dove metterli, i genitori non li compravano, gli insegnanti non li consigliavano».
Anche la Schiappa di Jeff Kinney, che in Italia ha venduto oltre 6,5 milioni di copie, era stata intercettata dal Castoro prima del grande successo. Ora, dopo 17 anni, può essere considerato un classico della narrativa per ragazzi: «Fenomeni come questo, non molto frequenti in editoria, accadono perché un autore ha saputo intercettare qualcosa di profondo e universale. Nel caso di Kinney, quel sentimento di inadeguatezza che molti ragazzi a quella età, in ogni parte del mondo, sperimentano. Lo ha fatto senza giudicarli, senza guardarli dall’alto, ma mettendosi al loro fianco. Forse perché anche lui ha qualcosa di non cresciuto...».
E quindi che cosa si può intravedere nel futuro? «L’ebook e la realtà aumentata sono stati un vicolo cieco perché ci sono videogiochi straordinari con cui non possono competere. Forse bisogna guardare a libri ibridi, che portino a una dimensione magari più visiva, multicanale, che integrino più mezzi. I ragazzi comunque ci dicono una cosa: che i loro confini sono diversi dai nostri e dobbiamo tenerlo presente».