La Stampa, 13 febbraio 2023
La guerra dei Fedez a Sanremo
Povera Chiara. Ferragni, naturalmente. Il marito le ha rovinato tutto e lei non ha potuto farci niente. Una sera dopo l’altra, prima da fuori e poi da dentro, prima da underdog e poi da artista scomodo e infine da adultero remissivo, s’è preso la scena e la ha scippato lo scettro, l’engagement, il trono, il brillio. Lei faceva, lui disfaceva; lei co-conduceva, lui dirigeva; lei apparecchiava, lui mangiava; lei lavorava, lui si divertiva.
C’è voluto Sanremo per fare dei Ferragnez una coppia all’italiana: disfunzionale, disequilibrata, con la moglie che fa da madre al marito, ed è noiosa ma giusta mentre lui è stronzo ma irresistibile. Lui giovane, lei giovanile. Lui rockstar, lei preside. Lui protagonista, lei comprimaria.
Fedez è arrivato al Festival con la faccia di sua moglie sulla t-shirt ed è andato via con i baci di un altro sulla faccia sua (diffidare sempre di chi indossa messaggi, motivazionali, d’amore o ideologici che siano). È entrato da invitato ed è uscito da protagonista. Ha iniziato sostenendola e ha finito imbarazzandola. Un Malcom e Marie a colori. Un Anna Karenina senza treno.
Della finale del Festival non si dice che del bacio che Rosa Chemical ha dato a Fedez, dopo essergli piombato addosso, in platea, simulando con lui un amplesso (Amadeus ha sottolineato che la scenetta non era preparata). Non una riga sui contenuti che Chiara ha cercato di discutere, indossare, propagandare. Tutti i meme sono per quella scena che, da questa parte dello schermo, da casa, dal divano, e insomma per noi, è stata magnifica, è stata sia quello che Rosa Chemical voleva che fosse e cioè un inno all’amore libero, sia quello su cui molti malignano e cioè la marcescenza del matrimonio di Fedez e Ferragni. E nessuno che si sia fermato a immaginare quanto terribile possa essere stato per lei vedere suo marito che giocava a fare il Sex Pistols nella platea del teatro Ariston, in mondovisione, a tre metri da lei e mezzo metro da sua madre. A nessuno, e meno che mai al signor Fedez, che è stato marito esemplare sempre, con una costanza così pervicace che ci eravamo tutte e tutti convinti che fosse persino sincera e invece era tattica: l’artista di successo nazionale che sposa una influencer di successo planetario e lascia che lei brilli, giri per il mondo, guadagni, sia di più, e la protegge dalle paure e dalle ipocondrie e dagli hater, e per lei si dà un tono, si ripulisce, la smette di frequentare amici che fanno storie e comincia a frequentare amici che fanno stories, e litiga con J-Ax e litiga con Rovazzi e fa un figlio e gli dedica una canzone in cui gli dice "Tutto combacia, tua madre mi bacia" e fa sport e fa beneficenza e si mette in ghingheri con lei per andare a ritirare l’Ambrogino d’oro per encomiabili meriti etici tuttavia conquistati grazie ai soldi di lei e smette di suonare e si mette a fare il padre e nasce un’altra bambina e ancora fa il padre. Poi va a Sanremo con Francesca Michielin (è il 2021) e Chiara lo segue da casa, lo videochiama insieme ai figli prima che salga sul palco, chiede ai suoi milioni di follower di televotarlo e lui arriva secondo e tutti dicono che il voto è stato condizionato dall’influencer e lui giustamente ribatte che colpa ne ho se ho sposato un’influencer.
Per anni, Fedez ha interpretato la parte del marito di, ed è parso persino felice, soddisfatto, fiero. E invece poi, quando ha potuto allargarsi, l’ha fatto come un qualsiasi maschio pater familias affetto da incontinenza di protagonismo e anziché starsene a casa, rendere il favore, rendere l’estromissione, ha presenziato, s’è preso tutto, non s’è trattenuto mai, non ha pensato nemmeno una volta: se ora io bacio J-Ax (sì, ha baciato anche J-Ax, prima di duettarci nella serata delle cover) forse metto in imbarazzo Chiara; se ora io straccio la foto del viceministro Bignami vestito da nazista, non si parlerà che di me per giorni, magari aspetto e la straccio al Primo Maggio. Più lei tentava di accreditarsi presso il salotto nazional popolare, e più lui faceva barrire l’elefante nella stanza, più lei cercava di portare RaiUno al centro e più lui lo tirava a sinistra-Leoncavallo. Lei si fotografava con Sergio Mattarella e lui cantava «a pestarne di merde sono un esperto/ Ciao Codacons guarda come mi diverto». Lei iscriveva Amadeus a Instagram e lui chiedeva alla presidente del Consiglio di legalizzare le droghe leggere sullo stesso palco su cui Albano aveva fatto una decina di flessioni.
Povera Chiara. Sbugiardata nell’esercizio del suo femminismo da un buffone che ha dimostrato come anche lei sia portatrice insana di sindrome di Didone: ama un uomo che ama soltanto se stesso, che le ha rubato la luce, l’ha portata sulla rupe, ed è partito senza di lei. Perché gli uomini non cambiano, e delle donne più brave di loro, a un certo punto, si vendicano.