il Giornale, 13 febbraio 2023
Zelensky, l’unico rimasto senza voce
Ogni tanto viene da chiedersi se il «Made in Italy» sia una realtà culturale o una forzatura commerciale. Purtroppo, insieme a tutto il buono del decantato genio italico c’è anche qualcosa di meno geniale e spesso imbarazzante che non riguarda l’abilità di sfornare cibi e vestiti e lo si è visto con il caso Zelensky a Sanremo. C’era un partito che non voleva offrire una tribuna al presidente ucraino e c’è un partito che considerava dovuto offrirgli quel diritto già avuto in quasi tutti i Paesi europei e negli Usa. Poteva essere detestabile questo il mio punto di vista dirgli semplicemente di no. Sarebbe stata un’idea onesta perché dichiarata di fronte a tutti. Invece non gli è stato detto un vero no, ma è stata trovata una formuletta, penosa per tutti e specialmente per l’onore collettivo: quella di affidare al conduttore Amadeus, con la sua voce e il suo volto le parole che lo stesso Zelensky ha fatto arrivare ovunque con la propria voce e il proprio volto.
Così il presidente ucraino non ha avuto il diritto di apparire, ma quello trascurabile di essere citato all’una di notte. Così si è evitata la responsabilità di dire sì o no alla sua richiesta di parlare del suo Paese che da un anno resiste nel sangue con i propri soldati, i propri morti e le armi inviate anche da noi. Poiché la faccenda era politicamente scomoda e poiché noi italiani siamo stati abituati a illuderci che solo a noi sia consentito svicolare sulle scelte morali perché siamo simpatici. Simpatici al punto di meritare l’esenzione dai doveri etici. Non è stato certamente per questo motivo che Giorgia Meloni non è stata invitata a cena da Macron insieme a Zelensky e al cancelliere tedesco Sholz: quella era infatti una cena gollista in cui Francia Germania proponevano a Zelensky una condotta militare diversa da quella di Stati Uniti e Regno Unito, cui anche l’Italia aderisce. La polemicuzza sul mancato invito non c’entra niente con Sanremo, ma siamo sicuri che l’incontro sul marciapiede tra Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky sia stato poco prestigioso anche a causa della modesta figura che abbiamo fatto. Si dovrebbe a questo punto dire che chi porta la responsabilità di questa scelta dovrebbe pagarne le conseguenze ma sappiamo che sarebbero tempo perso.