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 2023  febbraio 13 Lunedì calendario

I russi cadono come mosche

ROMA L’offensiva c’è, ma non si vede. I russi attaccano a est, nel Donbass che Putin ha ordinato di conquistare tutto entro marzo, ma non sfondano. E i milblogger, i blogger militari filo-Mosca, cominciano a dubitare che le forze schierate possano davvero eseguire il diktat dello Zar. Oltretutto, i russi continuano a morire in numeri che sono sempre più imponenti. Coincidono le analisi dei servizi segreti ucraini e occidentali. Quello britannico considera «probabilmente accurati» i calcoli dei colleghi di Kiev del Gru, per i quali gli attacchi delle due settimane trascorse sono costate a Mosca «il più alto numero di vittime dall’invasione».
Per il ministero della Difesa del Regno Unito, «nell’ultima settimana una media di 824 vittime al giorno, oltre quattro volte il tasso riportato nel periodo giugno-luglio 2022», nei primi due mesi di conflitto. Una carneficina, dovuta ai sistemi adottati dai vertici militari, sia quelli ufficiali che rispondono al ministro della Difesa, Shoigu, sia quelli irregolari, che fanno capo all’organizzazione di mercenari dello “chef di Putin”, Prigozhin. L’aumento delle perdite russe è probabilmente dovuto, per l’intelligence britannica, a fattori come «la mancanza di personale addestrato, coordinamento e risorse su tutto il fronte, come dimostrano i casi di Vuhledar e Bakhmut».
LE TESTIMONIANZE
Due ex combattenti di Wagner hanno raccontato alla CNN quello che succedeva sul campo. Per esempio, nell’assalto al villaggio di Bilohorivka. Uno scenario «da prima guerra mondiale», con ondate ininterrotte. E tanti caduti. «Eravamo 90. Sessanta sono morti nella prima offensiva. Alcuni sono rimasti feriti. Se un gruppo non aveva successo, ne veniva inviato un altro. Se neanche il secondo sfondava, partiva un altro gruppo, e se venivi ferito dovevi allontanarti come potevi e soccorrerti da solo». Guai a disobbedire. «Uno dei nostri era davvero spaventato e al primo ordine di correre avanti si è nascosto dietro un albero. Portato a 50 metri dalla base, gli hanno fatto scavare la fossa prima di ucciderlo». Un dirigente Gru, citato nell’ultimo rapporto dell’Institute for the Study of War, Andriy Chernyak, afferma che «La Russia non ha le risorse necessarie per lanciare operazioni offensive su larga scala il 24 febbraio, a un anno dall’invasione».
Quello che gli invasori starebbero facendo adesso, è mandare pattuglie di incursori per individuare i punti deboli delle difese ucraine. Analisi che paradossalmente coincidono con le preoccupazioni dei milblogger russi, diffidenti, scrive l’ISW, circa la possibile esecuzione della “grande offensiva”. Il comandante separatista Alexander Khodakovsky si domanda perché i generali stiano sprecando le «risorse limitate che hanno» in piccole missioni mordi e fuggi, invece di accumulare una forza di combattimento adeguata al grande attacco. E diventa virale il video di una colonna di forze meccanizzate russe distrutta dagli ucraini nell’area di Vuhledar. Non stupisce allora che Prigozhin dica che «la guerra durerà anni e per conquistare il Donbass ci vorrà almeno un anno e mezzo o due». I bombardamenti russi anche ieri sono proseguiti, ma per Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraino, i russi «stanno avendo grandi problemi con la grande offensiva, l’hanno cominciata ma le nostre truppe li stanno respingendo».