Il Messaggero, 13 febbraio 2023
Storia del ChatGPT
LO SCENARIOParte il testa a testa tra Google e Microsoft per portare l’intelligenza artificiale nelle nostre case. Da quando la statunitense OpenAi ha rilasciato sul web una demo gratuita del suo chatbot ChatGPT (un algoritmo capace di scrivere saggi e poesie, inventare favole e fare i compiti per noi), i due colossi hi-tech si stanno sfidando a colpi di investimenti nel tentativo di catturare per primi il nuovo oro della Silicon Valley. Ma nella fretta c’è chi rischia di inciampare: “Bard”, il chatbot di Google nato come rivale di ChatGPT, ha già fatto parlare di sé a causa di una risposta errata data proprio durante il suo evento di lancio. Un errore che oggi costa all’azienda di Mountain View 100 miliardi di dollari sfumati e il crollo del 9% in borsa.POTENZIALITÀMa andiamo con ordine. A cogliere per prima le potenzialità di ChatGPT è stata Microsoft che, con undici miliardi di dollari complessivi messi sul tavolo dal 2019 a oggi per finanziare la ricerca di OpenAi, non lascia dubbi circa le sue intenzioni: nella nuova era di Redmond c’è un intero ecosistema tutto incentrato sull’IA. Un’era ormai alle porte, perché secondo il presidente di Microsoft Brad Smith sarà proprio il 2023 «l’anno dell’IA, e sul mercato verranno rilasciati sempre più servizi capaci finalmente di catturare l’immaginario collettivo». Detto, fatto: il 6 febbraio l’azienda di Redmond lancia in anteprima mondiale le nuove versioni IA rispettivamente del suo motore di ricerca Bing (capace di analizzare i risultati provenienti da tutto il web e riassumere la risposta per noi) e del browser Edge, che adesso è in grado di capire su quale pagina web ci troviamo e può darci suggerimenti su come impostare tono, formato e lunghezza dei nostri post, anche sui social.I PIANIMa nei piani immediati del colosso fondato da Bill Gates adesso c’è anche un restyling delle soluzioni corporate, a cominciare dal pacchetto Office. Su Word, l’IA si occuperà del completamento automatico delle nostre frasi, mentre su PowerPoint arriverà DALL-E, l’algoritmo di OpenAi capace di generare immagini da zero semplicemente digitando una parola. VALL-E, il sistema di sintesi vocale lanciato da Microsoft in collaborazione con Meta, è già capace di imitare in modo convincente timbro, sfumatura e cadenza della nostra voce.ECOSISTEMAInsomma, tutto punta verso un futuro Windows 12 dove sarà l’IA a farla da padrone, creando un ecosistema che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui percepiamo e viviamo i nostri dispositivi. Una prospettiva che però spaventa i vertici di Alphabet, società madre di Google: la tecnologia messa in campo da Microsoft infatti è in grado non solo di effettuare complesse ricerche sul web ma anche di interpretarle e riorganizzarle in un testo coerente. E potrebbe quindi sottrarre al motore di ricerca di Big G – che da solo porta all’azienda di Mountain View 150 miliardi di dollari – una fetta importante di utenti, in un momento storico peraltro già complicato per il gigante hi-tech, oggi alle prese con 12mila licenziamenti. Decisa quindi la risposta di Google: 300 milioni di dollari di investimento in Anthropic, la startup di IA guidata dall’italoamericano Dario Amodei, e due nuove versioni di Maps e Lens all’orizzonte con funzionalità IA integrate. Su Maps, l’IA consentirà di ricostruire virtualmente l’interno degli edifici, mentre il nuovo Lens ci permetterà di effettuare ricerche anche da dentro le app.METAVERSOInsomma, per sfuggire al crunch del 2022 c’è chi pensa al metaverso e chi invece punta tutto sull’IA. Ma anche qui si parla di lanciarsi in un mercato acerbo con una scommessa altrettanto lenta e imprevedibile. Specialmente per chi, come Microsoft, si trova compressa tra licenziamenti (entro marzo l’azienda manderà a casa 10mila dipendenti) e investimenti congelati, come i 69 miliardi di dollari dell’acquisto di Activision bloccati dall’antitrust statunitense. Senza contare che la tecnologia di OpenAI, per quanto accattivante in tempi di crisi, mostra già limiti e rischi. Limiti perché ChatGPT, spiegano gli esperti, come tutti i modelli predittivi è allenato con miliardi di parole e la sua veridicità è quindi strettamente collegata alla bontà dei dati che gli vengono somministrati. Rischi perché, come spiegano i ricercatori della società d’analisi Check Point Software, un’IA capace di creare da zero immagini e imitare la nostra voce, nelle mani sbagliate, potrebbe portare allo sviluppo di phishing e tentativi di frode sempre più credibili e diffusi.Raffaele d’Ettorre