MowMag, 12 febbraio 2023
Ha fatto più Sanremo che il Pd negli ultimi due anni
Rosa Chemical che limona Fedez. Mengoni che vince in completo fetish. In termini di diritti civili e di libertà sessuale ha fatto più questo Sanremo che il Pd negli ultimi due anni. E la mente vola subito verso un sogno: la Repubblica dei like, del milione di follower in 48 ore, delle leggi fatte via sondaggio Instagram.
Provate a dire il contrario. È questo il vero dato di fatto. Pensateci. Ci sono stati anche: la Francini contro i sensi di colpa delle donne che non vogliono i figli, la Ferragni per la coppia aperta, Gino Paoli che sputtana le corna di Little Tony. E poi ancora Fedez contro i fedelissimi della Meloni e per l’erba libera. E la Ferragni con i capezzoli free e il monologo della Egonu e della Fagnani. E Amadeus? Amadeus è l’Italia che guarda. È il buon padre di famiglia, la brava madre comprensiva che davanti a tutto questo reagisce con un po’ di imbarazzo ma che alla fine sposa la modernità e ci ride. Perfetto.
Insomma. Altro che Calenda, altro che Conte, altro che Elly Schlein, Bonaccini e tutti quegli sfigati che non arrivano a 100k su Instagram manco in 48 anni, la vera opposizione al governo Meloni e alle sue idee è stata fatta sul palco dell’Ariston.
E con il senno di poi e un pizzico di dietrologia il fatto che il Festival sia iniziato con lo spiegone della Costituzione by Benigni non sembra più una scelta autoriale ma una strategia ben precisa (appunti per Ama e Chiara: la prossima volta che vi chiedono quali articoli preferite della Carta parlate di tutela di minoranza e di libertà in tutte le sue forme: sono bellissimi e utili alla causa).
Certo, direte voi: in tutto questo stona che la lettera di Zelensky sia stata letta alle 2:10 di notte. Ma non è vero amici e amiche: anche questo è perfettamente coerente con una linea politica più da like che di sostanza. D’altronde non vorrete mica credere che dell’Ucraina freghi qualcosa ancora a qualcuno, no? E poi Sanremo è Sanremo: più libertino del Pd, più liberale di Renzi, più pacifista del Movimento 5 Stelle.
Ora mettiamoci comodi. Come reagiranno Salvini e gli altri? Coletta, direttore di Rai Uno, Fuortes, ad della Rai, e gli altri dirigenti della Rai che fine faranno? Saranno attaccati? Sì. Ci sarà una vendetta pesantissima. Via tutti. Ricambio politico alla Rai. L’hanno già detto. Ma se il Pd non dormisse la soluzione estrema sarebbe facile, sarebbe banale: dare le chiavi del partito ai vari Fuortes, Coletta, Amadeus e Fedez (che è stato il vero co-conduttore di questo Festival e il vero co-direttore artistico: Ferragni, Lazza, Tananai, Salmo, Sara Mattei tutta roba sua, come gli anni passati molti altri, Michielin e D’Argen su tutti: segno che la logica del clan in Italia è sempre di attualità).
E quindi: basta con sta pagliacciata delle primarie. Candidate loro. Sanremo si merita la guida del Paese. Fedez presidente del Pd e candidato premier. Amadeus possibile ministro della cultura. Coletta alle telecomunicazioni. Fuortes agli esteri. La Egonu allo sport. La Ferragni ministero della gioventù (che fu della Meloni, che ve lo dico a fare). I Måneskin e Salmo che suonano al concerto di capodanno. E così l’Italia finalmente potrà farsi sentire contro l’Iran e pure contro l’Egitto sul caso Regeni. A colpi di post e di condivisioni. Dai. Muovetevi. Fatelo. Rosa Chemical lo vedo già al posto di Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, sullo scranno del Senato. Tutto quanto con la benedizione di Mattarella che dal palchetto dell’Ariston secondo me aveva già previsto tutto. Ecco perché alle 21:15 della prima sera se n’era già andato.