Anteprima, 3 gennaio 2023
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Biografia di Antonio Pallante
Antonio Pallante (1924-2022). L’uomo che il 14 luglio 1948 sparò a Palmiro Togliatti. • «Partii da Catania come un automa, dovevo compiere una missione, non avevo nulla contro l’uomo, ciò che volevo colpire e cancellare era ciò che lui rappresentava. Arrivai a Roma il 12 luglio, deciso ad incontrare Togliatti. Mi finsi un comunista di Randazzo e chiesi di poter vedere il segretario. Ma mi fu risposto che avrei dovuto compilare una richiesta per iscritto, specificando i motivi della mia visita. E io non potevo certo farlo... Allora andai a Montecitorio e riuscii ad assistere ad una seduta dei lavori per l’adesione italiana al Patto Atlantico. Ascoltai il discorso di Togliatti e le sue parole furono un ulteriore sprone. Così, saputo che poco dopo sarebbe uscito da una porta secondaria, attesi il suo arrivo seduto sui gradini dell’atrio di via Della Missione. E quando lui uscì, accompagnato da Nilde Iotti, sparai quei quattro colpi. Tre andarono a segno, uno si conficcò su un cartellone» (da un’intervista di Michela Giuffrida) • Aveva comprato la sua pistola (una Smith & Wesson a tamburo) al mercato nero per 1.500 lire. In valigia gli trovarono una copia del Mein Kampf. • Condannato il 3 ottobre del 1953 a dieci anni e otto mesi di reclusione, lavorò come suo padre alla Forestale • «Di lui – anche i suoi amici più intimi – conoscono solo quello che lui ha voluto far loro conoscere. Che gli sono sempre piaciute le Vespe. Che è molto contento della laurea in Giurisprudenza presa da sua figlia Magda e che stravede per il piccolo Antonio, il figlio di suo figlio Carmelo. Dicono che sia un uomo dai modi molto garbati. Mai una parola in più e mai una parola in meno con gli occasionali interlocutori. Religiosissimo. Tutto casa e chiesa. E poi? Poi nulla. Nulla da dire. Nulla da raccontare. Tranne una sorta di leggenda metropolitana che gira negli ambienti musicali di Catania. La voce racconta che lui – “l’attentatore” – sia il proprietario (insieme a un uomo misterioso) di una grande e famosissima azienda di corde per chitarre fondata nel 1958 a Saint Louis, Stati Uniti d’America (…) Le poche volte che parla, dice sempre le stesse cose: “Io mi misi in testa un’idea molto precisa: se Togliatti fosse morto, l’Italia si sarebbe salvata. Pensavo che quello fosse l’unico modo di evitare l’invasione dei sovietici, dovevo farlo e l’ho fatto. Ma da quel giorno non mi sono mai più occupato di politica”» (Attilio Bolzoni) [Rep 14/7/1998] • «Molti lo hanno dimenticato ma lui è ancora vivo e abita sempre nello stesso appartamento al quinto piano di uno stabile nel centro di Catania. Giacca da camera, pantofole, si muove a fatica e sente poco, ma è ancora sufficientemente lucido. “La mente – sorride – la tengo allenata con le parole crociate. Poi leggo giornali e libri di storia e geografia”» (Alfio Sciacca) [Cds 16/12/2009] • È morto il 6 luglio nella sua casa di Catania. La notizia era stata tenuta riservata dai suoi figli.