la Repubblica, 12 febbraio 2023
Biografia di Marco Mengoni
E alla fine della corsa, quando il traguardo sembra ormai quasi di toccarlo, ecco improvviso il nodo in gola e le lacrime. Un pianto liberatorio che spezza la voce e impedisce di parlare. Marco Mengoni, il favorito fin dalla vigilia, è stato costretto a interrompere l’incontro con i giornalisti a una manciata di ore dalla finale: si gira, prova a recuperare il fiato, ricomincia a parlare ma non ce la fa, si gira di nuovo, si nasconde agli sguardi delle telecamere: «Scusate, sono felice ma anche molto emotivo, è il mio peggior difetto».
Lo davano tutti per vincitore e il cantante di Ronciglione è sempre stato primo nelle classifiche provvisorie, ha vinto anche la serata dei duetti cantando Let it beinsieme al Kingdom Choir. Si schermisce: «Sarei superfelice anche se non dovessi vincere. Mi sto godendo al massimo questo festival, è una figata. Amadeus ha fatto un cast pazzesco ». È stato per lui divertente anche lontano dal palco: per la settimana sanremese ha affittato gli spazi del Circolo canottieri al porto vecchio dove oltre alle interviste ha tenuto almeno due feste fino all’alba, nonostante il freddo della struttura circondata dal mare. Con la voce rotta ricorda di aver vissuto negli ultimi dieci anni «momenti di alti e bassi e grandissimi dolori». Erail 2009 quando vinceva la terza edizione diX Factor strappando il diritto al suo primo contratto discografico con la Sony. Il suo nome e il suo caso vengono citati come esempiodi uno tra i pochi artisti di vero successo anche all’estero, tra quelli usciti dai talent italiani. Forse finora solo lui e i Måneskin, entrambi già vittoriosi all’Ariston.
Mengoni arriva al primo incontro con Sanremo a botta calda, l’anno dopo il trionfo aXF sotto l’ala protettrice di Morgan giudice. Al Festival si classifica terzo con Credimi ancora, battuto da Valerio Scanu, altro artista uscito da un talent,
Amici, la cui stella si è poi offuscata. Mengoni non è mai stato un cantante pop puro, la sua voce ha sfumature soul e grazie a questo intercetta il cambio di gusto che interviene in quel periodo nel pubblico italiano. Lo sostiene anche una certa ostinazione di provincia nel perseguire gli obiettivi e il perfezionismo che mette in ogni progetto: per il primo tour nei palazzetti — un esempio di questa sua intraprendenza artistica — è lui a dettare a tecnici e scenografi le idee per realizzare il palco e continuerà a farlo nei tour che verranno. Dopo il primo Sanremo esce il secondo disco Re matto, subito al primo posto in classifica. A maggio di quell’anno, all’Arena di Verona festeggia i due Dischi di Platino per i primi due album: incontrato nel backstage è un ragazzo di 21 anni inesperto, dal forte accento dialettale, diverso nell’aspetto dall’uomo affascinante di oggi, che di anni ne ha 34. Passa qualche mese e vince il “Best european act” agli MTV Europe Music Award, primo italiano nella storia di Mtv a vincere in quella categoria. Nel 2013 torna a Sanremo e vince con L’essenziale con il quale partecipa all’Eurovision. Dieci anni fa, ed era solo l’inizio.