La Stampa, 11 febbraio 2023
Le truffe dei benzinai
I camion con targa lettone o lituana partivano da Forst, una cittadina tedesca al confine con la Polonia, passavano dal Brennero e poi col loro carico di «cubotti» di plastica pieni di carburante arrivavano sino in provincia di Foggia, con tanto di certificazione artefatta e staffette di camion lungo il tragitto prima di arrivare in Puglia per eludere i controlli. A Cerignola, in quello che è stato poi identificato come il deposito principale, il gasolio veniva quindi travasato dentro autocisterne più piccole e consegnato in tutta Italia ai clienti finali, pompe bianche, imprese edili, aziende di trasporto e depositi commerciali. In tutto la Guardia di finanza ha accertato ben 204 episodi di importazione illecita di carburante portati a termine in questo modo per un totale di 5 milioni di litri di prodotti petroliferi smerciati «in nero» tra il 2021 ed il 2022.
È stato un controllo effettuato dalla Guardia di Finanza presso lo scalo intermodale di Trento a individuare un autoarticolato che formalmente doveva trasportare 26 mila litri di olio lubrificante mentre in realtà si trattava di gasolio. Da qui si è partiti per smantellare una organizzazione internazionale dedita alla frode nel settore dei carburanti che ha portato ad indagare 41 persone, compresi 12 stranieri tra tedeschi, lettoni e lituani, ad arrestarne 6 e a mettere sotto sequestro beni per 3,2 milioni.
In ordine di tempo questa, resa nota giovedì dalla Procura della Repubblica di Trento, è solo l’ultima operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle nel campo delle frodi e degli illeciti nel settore dei carburanti. Frodi che, come rivelano le cronache delle ultime settimane – 2.518 controlli solo nel mese di gennaio dopo il giro di vite deciso dal governo sulla scorta delle polemiche sul caro carburanti e le speculazione sui prezzi – non riguardano solo le pompe di benzina, ma anzi interessano molti altri soggetti che operano all’interno di questa filiera, con molti sconfinamenti in ambito criminale.
Le violazioni più ricorrenti addebitate ai benzinai sono sempre le solite: riguardano la disciplina prezzi, dalla mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati (più alto quello effettivo rispetto a quello esposto nei cartelli) all’omessa comunicazione dei dati settimanali all’ex ministero dello Sviluppo. Oltre a questo sono però venuti alla luce anche fatti più gravi come impianti abusivi, lo smercio illegale di gasolio agricolo, l’evasione delle accise e, in un caso, anche gasolio allungato con l’acqua.
L’operazione più clamorosa non ha riguardato però una pompa di benzina bensì un grande grossista, uno dei principali operatori nel settore dei carburanti, ed è stata portata a termine dal Comando provinciale di Salerno che il 19 gennaio ha scoperto maxi frode fiscale legata all’evasione dell’Iva. L’ inchiesta – nella quale risultano indagate 82 persone – ha colpito un’associazione a delinquere che tra il 2017 ed il 2020 ha messo in piedi una maxi frode «carosello» arrivando a produrre fatture per operazioni inesistenti per oltre 900 milioni ed evaso oltre 160 milioni di euro di Iva.
I resoconti che arrivano dai vari comandi provinciali completano il quadro portando a galla altri illeciti e infrazioni. A Viterbo le Fiamme gialle hanno messo sotto sequestro un impianto di distribuzione stradale di prodotti petroliferi per autotrazione e deferito il gestore all’autorità giudiziaria. È stato infatti accertato che, oltre a non pubblicizzare i prezzi di vendita, tra il 2022 ed il 2023 questo impianto aveva venduto circa 9 mila litri di benzina e gasolio in più rispetto a quello acquistato e dichiarato, ovviamente senza che fosse stata pagata la relativa accisa. A Lecce, invece, a fronte di 47 accertamenti svolti sugli impianti dell’intera provincia, i finanzieri hanno riscontrato 19 violazioni per «omessa comunicazione al ministero delle Imprese e del Made in Italy dei prezzi praticati ai fini della pubblicazione» e per «mancata esposizione dei prezzi per tipologia di erogazione». Nei confronti di un gestore, poi, è stata ipotizzata anche la «frode nell’esercizio del commercio» in quanto i campioni di diesel prelevati stando alle analisi di laboratorio contenevano una quantità d’acqua fuori norma.
A inizio febbraio nella provincia di Foggia, dove in tutto la Gdf ha effettuato 68 controlli, sono emerse 22 violazioni relative alla mancata esposizione dei prezzi a bordo strada e l’omessa comunicazione al ministero. Nel corso dei controlli è stato scoperto anche un impianto completamente abusivo nascosto in un capannone nelle campagne di Cerignola attorno al quale si sviluppava un insolito movimento di auto. Ad attirare i clienti un cartello esposto all’esterno con sopra scritto semplicemente «1,40», ovvero il prezzo con cui si smerciava gasolio agricolo, che essendo gravato da accise più basse rispetto ai carburanti destinati all’autotrazione è decisamente più conveniente. I due gestori sono stati denunciati e l’impianto è stato messo sequestrato assieme all’incasso del giorno e a 2 mila litri di carburante.
Il gasolio agricolo pare andare proprio alla grande: solo quattro giorni fa a Macerata la Gdf ha intercettato e controllato un automezzo frigo, che in apparenza doveva essere adibito al trasporto di alimenti, con all’interno una cisterna colmo di questo carburante, in tutto 350 litri, ovviamente sprovvisto di documentazione. Di fatto il mezzo era dotato di tutti gli strumenti utili ad erogare carburante, come un normale distributore stradale: una vera e propria stazione di rifornimento ambulante predisposta di tutto punto per erogare gasolio di contrabbando. —