la Repubblica, 11 febbraio 2023
L’arresto di Marc Tarabella
«Finalmente siete qui, vi aspetto da due mesi, ora potrò essere ascoltato». Sono le sei di mattina quando la polizia federale belga bussa a casa di Marc Tarabella, l’eurodeputato socialista di Bruxelles che fino dal principio del Qatargate era stato uno dei centri di questa storia. Sono a casa sua perché devono accompagnarlo in galera. Se Eva Kaili, la vice presidente del Parlamento europeo, non sifosse fatta trovare con un trolley pieno di euro (la foto, in esclusiva, la vedete in questa pagina), Tarabella sarebbe stato il primo deputato a finire in manette. Perché nell’impostazione del giudice istruttore Michel Clause era lui – ex sindaco socialista di Anthisnes, in provincia di Liegi – la mano operativa del gruppo Panzeri all’interno del palazzo di Bruxelles. Secondo l’accusa, infatti, Tarabella – deputato di grande esperienza – era in grado di muovere le fila degli interessi dei Paesi stranieri che sovvenzionavano la “cricca”: dunque il Marocco, il Qatar, ma anche la Mauritania. A carico di Tarabella ci sono decine di intercettazionitelefoniche ma soprattutto le accuse di Panzeri nel suo “nuovo” ruolo di collaboratore di giustizia: ha raccontato a verbale, infatti, di aver veicolato a Tarabella tra i 120 e i 140mila euro perché addolcisse le proprie posizioni sul Qatar.
Tarabella ha sempre respinto tutte le accuse e, per questo, quando ieri la polizia belga ha bussato a casa sua (la aspettava, dopo che il Parlamento aveva votato per la revoca dell’immunità) si è detto pronto a collaborare. Il punto è che la Procura è certa che la collaborazione di Panzeri sia genuina: fin qui l’ex deputato del Pd ha raccontato di «aver partecipato ad una organizzazione criminale inqualità di dirigente, di riciclaggio di denaro e di corruzione pubblica, attiva e passiva», si legge negli atti. «E di informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi – continua l’accordo – gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto». Come a dire che Tarabella e Cozzolino potrebbero essere soltanto un principio.