Avvenire, 10 febbraio 2023
Elogio del Super Santos
Un titolo degno di Longanesi, Super Santos subito, ma soprattutto il sottotitolo, «anche un pallone aiuta a diventare grandi», mi ha convinto ad affrontare la sfida delle quasi duecento pagine, scritte di pancia e di cuore, da Gianni Bianco. Uomo Rai (caporedattore del Tg3 nazionale) e nome che rimanda alla storica trasmissione sportiva di Radio 1, Zona Cesarini. Interista, romantico, apre le danze con il capitolo “La domenica di Ambu”, attaccante dignitoso, ma non certo un fenomeno in quell’Inter campione d’Italia (1979-’80) del sergente di ferro Eugenio Bersellini. Un diario sentimentale che sarebbe piaciuto anche a Osvaldo Soriano del quale Bianco annota, quasi in incipit, uno degli aforismi dell’eterno pensatore con i piedi: «Mi ricordo i tempi in cui abbiamo cominciato a rotolare insieme.
La palla e io». Il passaggio paragrafato sulla palla, “Festa d’ogni Santos” spiega la resistenza strenua che questa sfera conduce da cinquant’anni. Un pallone, silente, a prova di bucatura per rumori molesti, è stato compagno della meglio gioventù anni ‘80 (l’ultima che ha potuto giocare il calcio di strada). Un must insuperato, perché scrive Gianni Bianco, «se il campo era il cortile e il cancello era la porta, quel pallone ti permetteva di continuare a giocare anche dopo la prima segnatura, senza bisogno di darsi alla fuga per procurato allarme». Unico limite del mitico Super Santos: l’usura, alla fine finiva per «ovalizzarsi e assomigliare ad un’anguria Ma anche per quello permetteva di fare tiri a effetto alla Roberto Carlos». Mezzo secolo dopo, quello stesso pallone spiove come manna dal cielo per rimbalzare sulle strade rimaste desolatamente vuote e dove disperatamente si tenta di riportare i nostri figli, i millennials, strappandoli alla concorrenza sleale della playstation. Per Gianni Bianco il Super Santos ricopre anche il ruolo salvifico di «nemico numero uno della Microsoft e di tutti i produttori dei videgiochi». A volte al vecchio pallone riesce l’impresa di battere la tecnologia dominante, e se ciò accade è un miracolo, da festeggiare. Come fecero a Palermo il 1° novembre 2015 quando venne celebrata la Festa di tutti i Santos. In quello stesso anno, ricorda Bianco, a Roccacerro, frazione di Tagliacozzo (L’Aquila) è apparso un insolito cartello: «Attenzione, rallentare! In questo paese i bambini giocano ancora per strada».
A leggere tante di queste storie, di ieri e di oggi, si allena la speranza che forse ancora il mondo può essere salvato dai bambini, a patto che continuino a inseguire un Super Santos e a farlo rotolare dalla parte giusta, delle loro vite.