il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2023
La Bombeer di Vieri alla ’ndrangheta
Il boss ragiona a voce alta con il fratello, la microspia della polizia intanto registra: “Poi c’è quella di Vieri, la birra”. L’altro: “Già, quello mi interessa, sì mi interessa”, ribadisce il concetto. Il capo del clan della ’ndrangheta prosegue: “Io qualche amico ce l’ho, che poi sono tutti della curva dell’Inter”. Compreso, ça va sans dire, il capo che all’epoca – siamo nell’estate del 2020 – è il narcos Vittorio Boiocchi, già legato ai proconsoli milanesi di Cosa nostra e poi ammazzato il 29 ottobre scorso con cinque colpi di pistola fuori di casa nel quartiere Figino a Milano, un’ora prima dell’inizio della partita Inter-Sampdoria. In quei giorni caldi del 2020, però, Boiocchi è ancora vivo e traffica su diversi fronti oltre a quelli dello stadio. Chiacchiera dopo chiacchiera, ecco che si chiarisce il progetto: la volontà della ’ndrangheta di mettere le mani sulla distribuzione in Calabria della “Bombeer”, la birra in bottiglie colorate, creata e lanciata dall’ex centravanti nerazzurro e della Nazionale, Bobo Vieri. E farlo anche grazie alle pressioni che Vittorio Boiocchi, soprannominato “lo Zio”, avrebbe potuto fare sia sulla società che distribuisce la birra a livello nazionale sia su gli ambienti dell’Inter e sullo stesso Vieri, socio al 50% di Bombeer srl, le cui quote fino allo scorso anno in parte erano detenute dalla 25H Holding srl dell’imprenditore pavese Driss El Faria socio della El Original srl, appunto distributrice sul territorio nazionale.
La vicenda emerge dagli atti dell’indagine della Dda di Milano “Cavalli di Razza” che nell’ottobre 2021 ha svelato gli interessi anche politici di diverse ’ndrine in Lombardia. In questo caso il goloso affare è gestito dalla cosca Facchineri originaria di Cittanova, ma presente da decenni a Milano. Regista dietro le quinte è il boss Vincenzo Facchineri, “l’amico della curva dell’Inter”. Alto magro, capelli radi e bianchi, in galera ama indossare sempre un lungo cappotto nero portando sotto il braccio il codice di procedura penale. Insomma uno che conosce tutta la malavita milanese, anche il figlio di Giuseppe Calabrò detto “u Dutturicchiu”, eminenza grigia delle ‘ndrine sotto il Duomo. Facchineri risulta pure in affari con gli eredi della Banda della Magliana e in contatto con i loro emissari a Milano come Rossano Tirabassi che incontra spesso al ristorante “Il giardino dei segreti” di via Sottocorno, pieno centro della città. È tanto rispettato Facchineri che alla viglia di Natale, nella sua casa di Cesano Boscone, riceverà la visita del boss di Platì, Rocco Papalia, oggi libero e residente a Buccinasco.
È in questo scenario che emerge ancora una volta la figura di Boiocchi legata alla ’ndrangheta. Tutto si svolge nell’estate 2020. Il 27 luglio, per discutere della birra di Vieri, Vincenzo Facchineri si incontra con Boiocchi davanti al bar Calypso di via Correggio. Con loro il pregiudicato Antonio Canito, ras del quartiere di Baggio e il cugino del boss, Giuseppe Facchineri. Annota la Squadra mobile diretta da Marco Calì: “La persona cui fa riferimento Facchineri disposta a far pressione sulla società delle bevande alcoliche per fargli avere un contratto di vendita esclusiva sulla città di Reggio Calabria e provincia, è stato identificato nel pluripregiudicato Vittorio Boiocchi, soggetto legato agli ambienti della tifoseria dell’Inter”.
L’interessamento diretto di Facchineri deriva dal fatto che il fratello Salvatore, con precedenti legati alla mafia, non riesce da solo a ottenere l’esclusiva perché il referente di El Original in Calabria vuole darla ad altra persona. Il boss ribadisce: “Quella di Vieri, la birra”. Il fratello deve ammettere di non aver chiuso l’affare. Facchineri non la prende bene: “Va bene va, a questo alla fine gli devo dare una manciata di botte e andare in galera perché ti sta prendendo in giro (…). Ieri ho parlato con chi di dovere, io non gli mando l’ambasciata, gliela faccio, basta!”. Dopodiché svela: “Noi non abbiamo bisogno di lui. Io qualche amico ce l’ho che poi sono tutti della curva dell’Inter, perché lui (Boiocchi, ndr) è legato, se Vieri può”. Il boss entra ancora più nello specifico: “Per quanto riguarda la Bombeer, io gli ho mandato a dire con una persona che può arrivare alla società, ok?”. Riassume la polizia: “Vincenzo Facchineri chiederà alla società, per il tramite di soggetti vicini a Vieri, l’esclusiva sulla birra”. In tutta questa storia, rubricata nell’informativa della Squadra mobile di Milano al capitolo “tentata estorsione a (….)”, e per la quale i protagonisti risultano solo indagati, Bobo Vieri non risulterà minimamente coinvolto. Di certo però questa appendice della maxi-inchiesta coordinata dall’aggiunto Alessandra Dolci rimette in primo piano i rapporti tra Boiocchi e i clan calabresi di Milano. Uno sfondo criminale che ancora di più dopo questa vicenda, può indirizzare verso gli ambienti nei quali è maturato il movente del suo omicidio. Che, solo temporalmente, poche settimane dopo è coinciso con il cambio del direttivo della curva, dalla quale, dopo decenni, è stato escluso il gruppo degli Irriducibili. Esclusione, a quanto risulta, avvenuta durante una riunione riservata e con modi spicci se non armati. Per l’omicidio di Boiocchi, fin da subito gli inquirenti si sono orientati sugli affari attorno allo stadio: parcheggi e paninari. Ed è proprio nel mondo lucroso dei parcheggi che Boiocchi aggancia un personaggio collegato al gotha mafioso milanese e ben introdotto nei rapporti con la stessa società nerazzurra. Gotha mafioso dove sta molto comodo anche Facchineri: il boss in cappotto nero e il codice di procedura sempre sotto al braccio.