Corriere della Sera, 9 febbraio 2023
Metti una sera a cena Salvini e Berlusconi senza la Meloni
La campagna elettorale unitaria del centrodestra si è conclusa con una cena di meno. Non che fosse programmata, non che fosse stata già incastonata nelle agende dei leader. Semplicemente, martedì sera a Milano, dopo il comizio unitario, Silvio Berlusconi avrebbe voluto invitare a cena gli alleati. E invece, subito dopo il suo intervento, Giorgia Meloni è rientrata a Roma. Silvio Berlusconi un pochino ci è rimasto male («Neanche un saluto…») e così a cena è andato con Matteo Salvini e i suoi due capigruppo Licia Ronzulli (Senato) e Alessandro Cattaneo (Camera).Una serata distesa – proprio per quella il segretario leghista non ha visto Sanremo – nel centralissimo ristorante Sophia Loren di Luciano Cimmino (patron di Carpisa e Yamamay). In cui le affettuosità tra Berlusconi e il leader leghista – pubblicamente manifestate al teatro Dal Verme – sono state riconfermate: il riconoscimento di fondatore del centrodestra che Salvini sempre gli tributa sono motivo di grande soddisfazione per il Cavaliere. Anche se intorno a lui non è ancora sopito il malumore per il passaggio dell’azzurro Alan Rizzi nella Lega.
E così, sia pure con toni assolutamente non animosi, si è parlato anche del tema dei temi: un’asse e un gioco di sponda tra gli azzurri e i leghisti per non farsi tagliare l’erba sotto ai piedi dallo strapotere di Fratelli d’Italia. L’esito delle urne in Lombardia è cruciale sia per Berlusconi che per Salvini e sarebbe sbagliato derubricarlo a faccenda locale. Sia Forza Italia che la Lega sono nate qui («Questa per noi è casa» ha detto Berlusconi sul palco) e negli ultimi decenni (dal 1995) i due partiti hanno espresso la spina dorsale dell’amministrazione, innervandone tutti i gangli funzionali. Oggi, Fratelli d’Italia – che ha garantito la riconferma di Attilio Fontana nonostante in Sicilia gli alleati abbiano chiesto e ottenuto l’avvicendamento di Nello Musumeci – vogliono che la giunta e l’amministrazione a venire non lascino dubbi su chi guiderà davvero la Lombardia.
In Parlamento
Ieri «prova di forza»
di Lega e FI sui balneari Possibili nuove tensioni sul decreto carburanti
Ma la preoccupazione per la forza dominante dei FdI non riguarda solo il possibile «spoil system» interno all’alleanza lombarda: c’è tutta anche in Parlamento. E ieri già si è visto un atto di forza da parte di azzurri e leghisti: l’emendamento sui balneari al decreto milleproroghe sarà votato al Senato anche da FdI, che però non lo ha sottoscritto. Mentre la settimana prossima, sul decreto carburanti, le scintille rischiano di innescarsi alla Camera sull’esposizione – già criticata dall’Antitrust – dei prezzi medi nelle stazioni di servizio. In Lega e FI si cita molto il Garante Roberto Rustichelli: «Appaiono incerti i benefici per i consumatori a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi».
Matteo Salvini, però, di dubbi entro la coalizione non vuole sentir parlare. E alla chiusura della campagna elettorale leghista in Lazio, lo dice una volta di più: «Lavoriamo bene e lavoreremo bene per i prossimi 10 anni. 5 più 5 anni come il contratto per gli affitti».