il Giornale, 9 febbraio 2023
I ragazzi insicuri e iperconnessi
Si sentono insicuri, inadeguati. Non vanno volentieri alle feste, fanno poco sport e si ammazzano di videogiochi. Gli adolescenti sembra abbiano dimenticato la sfrontatezza dei 17 anni, le montagne russe delle emozioni, il ti-amo/odio-tutti a giorni alterni. Al «chissenefrega» per un brutto voto è subentrato un senso di frustrazione ingestibile, alle insicurezze sociali è subentrato un rifugio sui social di difesa. E i disturbi mentali sono in netto aumento. È una fotografia amara quella scattata dal Sistema di sorveglianza Hbsc Italia (Health Behaviour in School-aged Children – comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), coordinato dall’Iss insieme alle Università di Torino, Padova e Siena, con il supporto del ministero della Salute, dell’Istruzione e del merito, delle Regioni e delle Asl. Un adolescente su due ha dichiarato un impatto positivo della pandemia sui propri rapporti familiari e due su cinque sul rendimento scolastico. Ma due adolescenti su cinque confessano che la propria salute mentale e la propria vita in generale ne abbiano risentito negativamente. «La sorveglianza degli stili di vita dei nostri ragazzi e ragazze è, oggi, particolarmente preziosa – afferma Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità – perché ci aiuta a intercettare fenomeni nuovi, come il cyberbullismo legato all’uso dei social media, dai quali dipendono in modo significativo la loro salute e la loro qualità di vita». I giovani hanno una discreta percezione della loro qualità di vita, anche se inferiore rispetto agli anni passati e maggiore tra i ragazzi rispetto alle ragazze. Nel complesso, si sentono supportati da amici e compagni di classe, si fidano degli insegnanti ma sono spesso stressati dagli impegni scolastici. Meno di un ragazzo su dieci fa sport tutti i giorni. Siamo lontani dalla realizzazione delle raccomandazioni dell’Oms, per cui i giovani tra i 5 e i 17 anni dovrebbero svolgere quotidianamente almeno 60 minuti di attività motoria moderata-intensa, svolgere almeno tre volte a settimana attività fisica intensa e contemporaneamente ridurre i livelli di sedentarietà. Il «ci vediamo a casa mia» non esiste quasi più: gli appuntamenti sono quasi esclusivamente sui social, le comunicazioni per faccine sulle chat. Il 17% delle ragazze (che arrivano al 20% tra le 15enni, quindi una su cinque) e il 10% dei ragazzi ne fanno un uso problematico con conseguenze negative sul loro benessere fisico e psicologico. Permangono comportamenti a rischio, quali l’assunzione di alcol, in aumento tra le ragazze (una su cinque tra le 15enni si è ubriacata almeno due volte nella vita), l’abitudine al fumo di sigaretta che vede ancora prevalere le ragazze (29% rispetto al 20% dei ragazzi di 15 anni) e la propensione al gioco d’azzardo, che invece è un fenomeno prettamente maschile: il 47,2% dei ragazzi e il 21,5% delle ragazze 15enni hanno scommesso o giocato del denaro almeno una volta nella vita. Circa il 15% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato vittima almeno una volta di atti di bullismo e di cyberbullismo. Più frequenti nelle ragazze e tra i più giovani, con proporzioni di circa il 20% negli 11enni. Confrontando la rilevazione del 2017-2018, la frequenza di atti di bullismo sembra essere stabile, mentre il cyberbullismo ha visto un’impennata nei giovani di 11 e 13 anni, fortemente associata alla diffusione dei social network. Non emergono significative differenze tra regioni, con una variabilità compresa, per il bullismo, tra il 13% in alcune regioni del sud Italia (Calabria e Basilicata) e il 18% nelle province autonome di Trento e Bolzano, e per il cyberbullismo con percentuali che oscillano tra l’11-12% nelle pa di Bolzano e Trento e il 16% in Campania, Puglia e Sicilia.