Il Messaggero, 9 febbraio 2023
Biografia di Maria Walewska
Non ho visto che voi, non ho ammirato che voi, non desidero che voi. Una pronta risposta per placare l’impaziente ardore di “N"». Il perentorio biglietto viene inviato da quello che allora è il conquistatore d’Europa a una dama che lo ha molto colpito. Ma lei non risponde. Allora lui cambia tono. «Vi scongiuro di concedere un po’ di gioia al mio cuore, che è pronto ad adorarvi». La missiva è siglata “Napole”, che sta per Napoleone. Toccherà tutti i tasti, compreso quello politico – «Il vostro paese mi sarà molto più caro se avrete compassione del mio povero cuore» – per indurre la contessa Maria Laczyska Walewska alla resa. Nata a Kiernozia, non lontano da Varsavia, il 7 dicembre 1786, Maria ha lunghi capelli biondi, grandi occhi azzurri e un viso “simile a un angelo o a una ninfa dei boschi”. È elegante, aggraziata, dolce, generosa, colta. Viene da una famiglia nobile e antica ma decaduta, che ha seguito le drammatiche vicende del proprio paese. Ricca e vulnerabile, la Polonia è stata infatti invasa da Russia, Prussia e Austria, che l’hanno occupata, spartendosela. I polacchi hanno combattuto disperatamente per evitarlo, senza riuscirci. Il padre di Maria ha perso la vita in una battaglia contro i russi nel 1794. E la madre ha dovuto fare molti sacrifici per allevare i figli.LE NOZZELa bellezza di Maria è stata una fortuna: trovarle un marito ricco è parsa la soluzione migliore. Si tratta di Anastasy Colonna Walewski, conte e possidente terriero. Poco importa che abbia cinquantadue anni più della fidanzata, assai infelice di sposarlo: ha promesso di saldare i debiti della famiglia e tanto basta. I due convolano il 17 giugno 1804 e l’anno dopo nasce il loro figlio. Nel frattempo, Napoleone – erede e censore della Rivoluzione – ha pacificato e modernizzato la Francia, conquistato e ridisegnato l’Europa, preparandola alle sfide del futuro. I polacchi vedono in lui l’uomo che potrebbe restituire l’indipendenza al loro paese. Quando arriva, alla fine del 1806, è acclamato ovunque. Narra la leggenda che Maria si sia mescolata alla folla per porgergli un mazzetto di fiori, e poi si sia eclissata senza svelare la propria identità. L’imperatore ha allora impartito l’ordine di ritrovarla a ogni costo.I due si sono rivisti a un ballo al Palazzo reale di Varsavia, al quale lei si è recata con il marito il primo gennaio 1807. Inizia così il corteggiamento serrato di Napoleone, anche se Maria non ne vuole sapere. Solo le pressioni di alcuni esponenti della migliore società e il tacito consenso del marito hanno ragione delle sue resistenze «Tutto, tutto si fa, tutto si deve fare per questa sacra causa!». I patrioti pensano che la contessa possa disporre favorevolmente il padrone d’Europa. In quella fase Napoleone è incline a riunificare la Polonia, rendendola uno stato compiuto, nonché un freno alle mire degli imperi centrali. Poi cambierà idea.IL CASTELLOBenché il primo têtê-à- têtê non sia un successo, con il secondo le cose cambiano. Una versione narra che Maria, intimorita dalla collera del corso, sia svenuta e lui abbia approfittato della situazione. È improbabile. Di certo, lei finisce per innamorarsi. Lo raggiunge nel castello di Finkenstein, in Prussia (oggi Polonia), dove nel 1937 verrà girato il film Conquest, con Greta Garbo. Napoleone la chiama «la mia piccola sposa polacca», «la mia dolce colomba». Nel febbraio del 1808 lo segue a Parigi, dove viene ammirata per la sua discrezione, signorilità, eleganza. Potrebbe adottare il motto di Diane de Poitiers, amante del re Enrico II: «Ho conquistato colui che tutto conquista». Ma – al contrario di Diane – la contessa Walewska è disinteressata, ha un animo nobile, e ama l’uomo più che il potente. L’idillio prosegue, lei lo raggiunge a Vienna, passano giorni felici a Schönbrunn, dove Maria scopre di aspettare un bambino. Napoleone è al settimo cielo, perché temeva di essere sterile. L’accadimento accelera il divorzio da Giuseppina, dato che l’imperatore vuole un discendente a cui lasciare le sue conquiste. Deve tuttavia essere legittimo e avere una madre che appartiene a una grande casata. Finirà così per sposare Maria Luisa d’Austria, con un’ingenuità da parvenu che pagherà cara.IL CROLLONel maggio 1810 nasce il figlio che la contessa attendeva: Alexandre, che molti anni dopo diverrà ministro di Napoleone III. Napoleone si interessa al piccolo, provvede alla sua sicurezza materiale. Intorno tutto comincia a crollare, ma Maria rimane vicino all’amato. Va all’Elba, vorrebbe restare: è Bonaparte a non volerlo. Si reca da lui all’Eliseo dopo Waterloo, nel giugno 1815, vorrebbe dargli i gioielli per aiutarlo, accompagnarlo a Sant’Elena. Lui rifiuta. In seguito, Maria – che ha divorziato nel 1812 da Walewski – finirà per sposare il conte Philippe d’Ornano. Morirà l’11 dicembre 1817, in seguito al terzo parto. Napoleone non lo saprà mai, perché la lettera diretta alla lontanissima Sant’Elena arriverà solo dopo la sua scomparsa, in quel fatale 5 maggio 1821. Anni prima, lei gli aveva donato un anello con incisa la frase: «Quando voi smetterete di amarmi, io vi amerò ancora».