la Repubblica, 6 febbraio 2023
Francesco e «le storie inventate» su Ratzinger per «portare acqua al proprio mulino»
Alle spalle sei giorni intensi nell’Africa subsahariana, Francesco torna in un Vaticano attraversato da veleni. La morte di Benedetto XVI, dice ai giornalisti che lo accompagnano sul volo di ritorno, «è stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino», persone senza «etica», «gente di partito, non di Chiesa».
Sono «storie inventate» quelle di chi sostiene che Ratzinger fosse «amareggiato» – termine usato dal segretario Georg Gaenswein – perquello che il suo successore faceva. Il Papa ha rivelato un retroscena: anni fa aprì a una legge statale sulle unioni civili. «Una persona che si crede un grande teologo» – ha ironizzato Bergoglio «è andato da Benedetto e mi ha denunciato. Lui ha chiamato quattro cardinali, teologi di primo livello, e ha detto loro: “Spiegatemi questo”. Loro lo hanno fatto e così è finita la storia».
I problemi in Vaticano non mancano: la presidente dell’ospedale Bambino Gesù ha appena annunciato le dimissioni, c’è Marko Rupnik, gesuita accusato di molestie contro le suore, ci sono le indagini su Emanuela Orlandi. Francesco allarga lo sguardo al mondo: vuole accanto, in conferenza stampa, l’arcivescovo di Canterbury e il moderatore della Chiesa scozzese, che lo hanno accompagnato in missione di pace in Sud Sudan.
Le guerra – Ucraina ma anche Siria, Yemen, Myanmar, America latina – portano il mondo alla «autodistruzione», avverte Francesco: «Fermiamoci in tempo perché una bomba richiama una bomba più grande, una più grande…». L’omosessualità, ribadisce, non va criminalizzata. Gli chiedono come va la sua salute. «L’erba cattiva non muore mai», scherza il Papa. Che ha già in programma altri viaggi: Lisbona, Marsiglia, Mongolia, India. Lontano dai veleni vaticani.