Corriere della Sera, 6 febbraio 2023
Intervista a Barbara D’Urso
Barbara D’Urso è appena uscita dagli studi Mediaset di Milano, ma avrei potuto incontrarla anche nel Metaverso. Anzi, nel suo nuovo Metadurso, magari vestita da regina Maria Antonietta o, a scelta, in stile Liza Minelli. Invece, sono le otto di sera ed è in carne e ossa, a casa, che ripete le battute da tassista in vista del suo ritorno a teatro. L’ultima volta che l’avevo intervistata, un anno e mezzo fa, passava da tre programmi a uno, lasciava i due della domenica e teneva Pomeriggio 5. Le avevo chiesto che ne avrebbe fatto del tempo libero e aveva risposto che, finalmente, sarebbe partita per il weekend. Ora, i weekend, li passerà in teatro. A riprova che, fra chi la ama da impazzire e chi la critica al punto da preconizzarne di continuo il tramonto, lei, più che arrendersi, rilancia. La prima di Taxi a due piazze è al Nazionale di Milano il 14 febbraio, poi, in giro sino al 19 aprile, tappe a Bari, Bologna, Verona... Ray Cooney ha riscritto la commedia al femminile e Barbara sarà la prima, in Europa, a portarla in scena. L’ultima volta sul palco era stata quindici anni fa, col Letto Ovale, accanto a Maurizio Micheli. Prima ancora, c’era stato il successo al Sistina del remake del musical Mrs. Doubtfire, diretta da Pietro Garinei e con Enrico Montesano.
Ha un programma quotidiano e 65 anni, perché accollarsi un tour teatrale?
«Semplice: perché sono una pazza. E perché ho liberi il sabato e la domenica, oltre che le sere per provare. A dire il vero, la sera esco sempre a cena o vado in balera. Da Natale, però, non esco: la mattina, fino alle 13,30 provo con il cast, poi entro nel loop della diretta e, dopo, vado a casa e recupero, da sola, le prove perse nel pomeriggio. Mi muove la passione di stupire gli altri e me stessa. Ogni giorno, io mi devo sfidare».
Qual è, adesso, nello specifico, la sfida più grande?
«Intanto, la voce: il teatro Nazionale ha 1.450 posti e devo lanciarla sino in fondo alla sala, l’impostazione del diaframma è diversa rispetto a quando reciti nelle fiction o fai tv. Poi, perché vado avanti e indietro sul palco, perdo un chilo a sera. La regista Chiara Noschese mi ha detto: hai scelto la commedia più difficile che si poteva trovare. È difficile anche perché è tutta basata sugli equivoci: le battute sono un ping pong rapidissimo e, se sbaglio una solo parola, non do agli altri la possibilità di rispondere a tono».
Farà la parte che fu di Johnny Dorelli nel 1984.
«Un genio, io non valgo il suo mignolo del piede. Tra le tante proposte, ho scelto questa anche perché, ora, il tassista bigamo che si divide tra due mogli in due appartamenti di Roma, è una tassista con due mariti: sono avanti. Mi sto divertendo tanto, ho accanto a me Rosalia Porcaro, una comica pazzesca, i due mariti sono Franco Oppini, che Chiara ha trasformato in un hippy zen con attacchi d’ansia, e Giampaolo Gambi, anche lui attore straordinario, che invece è un marito molto sessuale, molto erotico».
Qual è la differenza tra un bigamo e una bigama?
«Negli anni ’80, la bigama non sarebbe stata credibile, oggi sì».
Lei si è mai trovata in stato di «bigamia», ovvero con lui che aveva un’altra o lei che aveva due uomini?
«Io non pratico quel tipo di amore, anche se non giudico chi lo fa. Poi, se scoprissi di essere tradita da un uomo, gli taglierei tutti i vestiti. Quando è successo, però, l’ho saputo dai giornali e non ci siamo più rivisti, se non in tribunale».
Adesso, sta uscendo con Flavio Briatore, come scrivono i settimanali rosa?
«Siamo usciti un po’ di volte con altri amici».
Da soli mai?
«Non me lo ricordo».
Se la mette così, mi sta dicendo che ha davvero una storia con Briatore.
«L’ho conosciuto. Avevo un pregiudizio, non credevo mi stesse simpatico. Invece, ho scoperto un uomo interessante, un ottimo padre, che segue tantissimo Nathan. Ma sto dicendo questo, non altro».
Siete entrambi o molto amati o addirittura odiati. Sareste la coppia dell’anno.
«Io ho detrattori a prescindere che detraggono anche se dico che c’è il sole; ho detrattori che detraggono perché gli sto antipatica ed è giusto così; e ho detrattori che detraggono inutilmente tipo che, quando l’anno scorso è uscita la notizia del teatro, hanno scritto “cacciata a calci da Mediaset” e, invece, come vedete, sono a Mediaset».
Ha paura del debutto?
«Muoio dalla paura».
La notte dorme?
«Nooo. Prendo delle goccine naturali, mi addormento, poi alle due mi sveglio, ripeto le battute. Mi riaddormento. Mi risveglio alle quattro, ripasso i movimenti di scena: sul palco, c’è un divano che fa parte di due case; mentre stai seduto a destra, succede altro a sinistra e devi far finta che non succede... Poi, alle sei e mezzo mi alzo, faccio ginnastica e mi riprendo».
Pure ginnastica?
«Mezz’ora o 45 minuti col personal trainer. Non lo scriva che Chiara non vuole: con quello che faccio sul palco, dice che poi mi stanco e dimagrisco troppo».