la Repubblica, 5 febbraio 2023
Come resistere alla tentazione dell’asterisco
Circola la tentazione dell’asterisco. Da consegnare agli storici, accanto all’esito del campionato di calcio, Serie A, 2022-2023. L’asterisco è quel segno che indica un risultato sportivo sub iudice o il cui valore è ridotto rispetto ai precedenti e successivi perché ottenuto in circostanze favorevoli. Il più noto è stato il record di fuori campo stabilito da Roger Maris dei New York Yankees nel 1961: 61 appunto, più asterisco. Maris aveva cancellato il primato di Babe Ruth (60 nel 1927), ma in una stagione che prevedeva 162 partite, invece di 154. La discussione durò decenni, ci fecero perfino un film, con la regia di Billy Cristal. Ora, se, scaramanzia dei suoi tifosi a parte, il Napoli vincerà lo scudetto, già si sente il “sì, ma”, a futura memoria.
Asterisco, perché “la Juve venne penalizzata”. “Sì, ma prima perse il confronto diretto. E lo fece per cinque a uno”. “Perché fiutava già la punizione, infatti si inceppò dopo una serie di vittorie consecutive a porta inviolata, sennò…”. “Sennò che?”. “Sennò le milanesi…” “Quelle non le ha penalizzate nessuno”.
“Quell’anno lì avevano sbagliato il mercato”. “Ci sono i portieri per parare e i direttori sportivi per comprare e vendere. Chi ha puntato la pistola alla tempia a qualcuno perché prendesse De Ketelaere?”. “De che?” “Uno che passò di lì, insieme con Origi e Dest perché dopo Giroud e Theo Hernandez Maldini si era creduto infallibile. E Marotta, prima o poi anche lui doveva sbagliare: così si è ripreso Lukaku e ha lasciato alla Roma Dybala”. “Sì, ma se la Roma avesse avuto anche quel Zaniolo che si aspettava…”. “E chi è che ha smesso di aspettarlo?”.
“Mourinho era un vincente, allenava vincenti”. “Ha vinto ancora molto, poi?”. “Non so, ma quello lì fu un campionato così, non c’erano più grandi cannonieri…”. “E Osimhen?”.
“Appunto, l’unico l’aveva il Napoli, poi il vuoto. Segnava più Zaccagni di Immobile. Non c’erano portieroni, difensoroni, niente. Bastava un georgiano. Ah, e poi c’era stata la sosta per il Mondiale che aveva falsato tutto”. “Veramente non è cambiato granché, prima o dopo”. “Era comunque un campionato diverso, eccezionale, da asterisco”.
Come insegna Michel Foucault la rappresentazione dei fatti nella storia a venire differisce spesso dall’esperienza di chi li ha vissuti, almeno finché esiste qualcuno in grado di fare confronti. Maris morì nel 1985 senza mai essere ammesso nella Hall of Fame. Sei anni più tardi il commissario della Major League di Baseball decise che il record non doveva avere asterischi proclamando che “una stagione è una stagione”.