la Repubblica, 5 febbraio 2023
Chi era Bobby Sands
Capelli lunghi con la riga in mezzo, sorriso, il collo della camicia bianca sopra il pullover rosso. È il ritratto di Bobby Sands. Belfast 1981? No, Atreju 2013. Il poster del leader dell’Ira morto in carcere a 27 anni, nel 1981, dopo 66 giorni di sciopero della fame, campeggia nello stand della festa dei giovani di Fratelli d’Italia: è lì, in bella vista nel pantheon dei “patrioti”: Liu Xiaobo, Solzhenitsyn, Tolkien, Mameli, D’Annunzio e Marinetti, Falcone e Borsellino. Titolo della kermesse meloniana: “La terza guerra. Grande finanza contro popoli”.
Che c’entra Sands con gli eredi della Fiamma? C’entra, perché – da quando morì quarantadue anni fa dopo la protesta nel penitenziario di Maze contro la decisione di Londra di trattare i separatisti alla stregua di detenuti comuni – sulla figura di Sands la destra e l’estrema destra ci hanno messo il cappello. E trasformando il “martire” e “patriota” nordirlandese in un totem. Lo fecero i militanti del Fronte della Gioventù, lo fecero i loro eredi di Azione Giovani (di cui Giorgia Meloni è stata presidente); lo fece CasaPound nel 2011 tappezzando le città di manifesti con il volto di Sands e commercializzando il “sidro di Bobby Sands”. E l’ha fatto ad Atreju FdI.
Lo stesso partito che oggi, per voce della sua leader e premier, di fronte alla protesta in carcere dell’anarchico Cospito – anche lui sciopero della fame, anche lui “detenuto politico”, anche lui terrorista – ha ribadito la linea dura: nessun «cedimento» di fronte al digiuno di chi attacca e minaccia lo Stato. E dunque: elogio del “martire” Sands e tolleranza zero con Cospito?
Da Meloni a Delmastro, da Donzelli a Fidanza, e così decine di esponenti di FdI, la palestra politica nella quale si sono formati è la stessa che – dal 5 maggio 1981 – esalta il “sacrificio” del patriota nazionalista-separatista Sands. Un’icona, in quegli anni, anche per l’estrema sinistra. Dopo la morte nel carcere vicino a Belfast, sui muri di Roma comparvero scritte in onore suo e di altri nove hunger strikers: tutte firmate con la croce celtica adottata dai militanti del Fronte della Gioventù o con il dente di lupo di Terza Posizione.
Trent’anni dopo, il poster di Sands spiccherà a Atreju. Oggi, nel pieno del caso Cospito, i riferimenti all’attivista irlandese inevitabilmente rispuntano. Sdoppiamento o rimozione? Curioso paradosso? Gli inflessibili “patrioti”, dopo il pasticcio Delmastro-Donzelli, sono chiamatia un imbarazzante recupero della memoria. Se è vero che Cospito è accusato di due attentati ed è considerato propulsore della Fai, è altrettanto vero che l’Ira piazzava bombe e spargeva sangue. Ai tempi del Msi Sands piaceva molto alla destra giovanile i cui fili erano in mano all’ordinovista Pino Rauti. I tentativi di fare propria la lotta di liberazione nazionale irlandese si moltiplicarono. Alcuni neofascisti (Walter Sordi, Enrico Tommaselli) vennero arrestati con in casa manifesti e giornali repubblicani e libri su Bobby Sands.
Gli stessi scritti da cui un giovane Carlo Fidanza – oggi europarlamentare – nel 2004 tirò f uori lo slogan – “Una scelta d’amore” – con cui sfidò Meloni al terzo congresso di Azione Giovani (Fidanza era il candidato della Destra sociale.) Lo slogan di Meloni era invece “Figli d’Italia”. Vinse lady Giorgia, e Fidanza diventeràultra-meloniano.