il Giornale, 4 febbraio 2023
Bonaccini assume l’uomo di Speranza da 730mila euro
È rimasto senza lavoro solo per pochi giorni Nicola Magrini, dirigente pubblico in quota sinistra. A gennaio è stato silurato dal ruolo di direttore generale dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) dal nuovo ministro della Sanità Orazio Schillaci, in base alle regole dello spoils system, sempre implacabilmente applicate quando governa il Pd. Magrini era stato nominato dal predecessore alla Sanità, Roberto Speranza, e infatti è considerato un suo fedelissimo. Il nuovo ministro con una lettera gli ha comunicato, un mesetto fa, che non avrebbe riconfermato l’incarico in scadenza il 23 gennaio. «Una scelta grave e sbagliata» twittò il segretario dem Enrico Letta, in difesa del farmacologo bolognese. Ma appunto non è dovuto rimanere a spasso per molto. Dall’Emilia-Romagna di Bonaccini è arrivato subito un nuovo incarico, importante e ben retribuito: con delibera del dg dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori, dal 1 febbraio e per i prossimi cinque anni, Magrini guiderà la Unità operativa «Qualità e Governo Clinico» della Ausl Romagna. Compenso, 146mila euro l’anno per cinque anni (730mila complessivi). Per Magrini d’altra parte la Regione rossa è casa. Dal 2012 al 2014 aveva già ricoperto il ruolo di capo dell’Area valutazione del farmaco della Regione. Ora, dopo la poltronissima a Roma sotto l’ala di Speranza e del Pd, l’Emilia-Romagna ha di nuovo bisogno di lui. La nomina non è sfuggita a Fratelli d’Italia che ha subito attaccato, prendendo di mira il governatore e candidato alla segreteria Pd: «Sorprende che da un lato si lamentino tagli alla sanità e dall’altro si assumano super dirigenti, guarda caso legati al precedente governo – scrive in una nota il senatore emiliano di Fratelli d’Italia Marco Lisei -. Bonaccini dovrebbe spiegare perché sceglie un super dirigente definito uomo di ferro di Speranza e sul quale non sono mancate le polemiche nella gestione pandemica». La direzione generale dell’Ausl, però, dichiara la polemica «pretestuosa» e «incomprensibile». La scelta di Magrini, spiegano, è avvenuta in seguito a delle «procedure selettive» relative ad un bando «rivolto a dirigenti di area sanitaria, dirigenti amministrativi, tecnici e professionali», per quel posto vacante in seguito ad un pensionamento. Il compenso, poi, è stabilito dal contratto collettivo di lavoro, mica potevano dargli meno. Con un curriculum così, Magrini la selezione l’ha superata agevolmente. La vicinanza al Pd è considerata un plus in Emilia Romagna.