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 2023  febbraio 04 Sabato calendario

Mario Vargas Llosa all’Accademia di Francia

Nel 1960 il ventiquattrenne peruviano Mario Vargas Llosa, aspirante scrittore, andò in Francia per una borsa di studio. Arrivato a Parigi, ebbe una brutta sorpresa: la sua richiesta era stata respinta. Ma Parigi era sempre Parigi, e lui vi rimase con la moglie, Julia Urquidi, cominciando a fare sul serio lo scrittore. Lo fece talmente bene da ottenere, cinquant’anni dopo, il Nobel per la Letteratura. E undici anni dopo il Nobel, il 25 novembre 2021 fu eletto membro dell’Académie française diventando, come si suole dire, «Immortale di Francia». Facciamo qualche passo indietro. Dal 1857 al 1867, Charles Baudelaire scrisse una cinquantina di poemi in prosa che uscirono su alcuni giornali, fra cui Le Figaro, che il 7 febbraio 1864 ne pubblicò quattro con il titolo «Le spleen de Paris». Perché quello era il titolo che voleva Baudelaire. Ma l’editore Michel Lévy, quando li riunì per la prima edizione (postuma) del 1869, li intitolò Petits Poèmes en prose: evidentemente a urtarlo, quando già Baudelaire era di fatto un immortale di Francia pur senza aver mai messo piede all’Académie française, era quella parola, «spleen», che è un termine inglese e significa «milza», perché il malessere esistenziale viene dalla bile nera prodotta dalla milza e... bla bla bla. Usare oggi il sostantivo «sciovinista» (peraltro derivante dal francese chauvinisme, dal cognome del soldato francese d’epoca napoleonica Nicolas Chauvin, idealtipo, in vaudevilles e commedie, del patriota fanatico) per bollare il comportamento di monsieur Lévy, è eccessivo. Ma è un fatto che storicamente i francesi passino, nel comune sentire, come il popolo più chauviniste del mondo. O forse dovremmo dire «passavano», per tornare a Mario Vargas Llosa. Poiché lo scrittore peruviano, pur parlando fluentemente in francese, non ha mai pubblicato una parola che sia una in francese, diversamente da tutti, gli accademici di Francia della storia, dal 1635 al... 25 novembre 2021. Giovedì prossimo, 9 febbraio, a Parigi si svolgerà la cerimonia pubblica per l’entrata di Mario Vargas Llosa nel tempio laico della cultura francese, dopo che l’altro ieri lo scrittore, seguito a debita distanza dal figlio Álvaro che ha twittato l’evento, ha compiuto il rito della «installazione». Fra gli invitati spicca l’ex re di Spagna Juan Carlos I, grande amico di Vargas Llosa. E ricordate che cosa accadde di molto importante, nel 1635, oltre alla fondazione dell’Académie française? Scoppiò una guerra tra Francia e Spagna.