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 2023  febbraio 04 Sabato calendario

Biografia di Ferdinand Grimm,il terzo fratello Grimm

Ferdinand Grimm La montagna dei gatti L’Orma
Tra il 1783 e il 1794 Dorothea Zimmer e Philipp Wilhelm Grimm misero al mondo nove figli. Il secondo e il terzogenito, Jacob e Wilhelm, sono passati alla storia come i “fratelli Grimm”. Degli altri sette, tre morirono in culla, uno, Ludwig Emil, divenne un apprezzato pittore, un altro, Carl, si diede al commercio, e l’unica sorella, Charlotte Amalie, si dedicò al ménage casalingo per poi sposarsi con un ministro ultraconservatore. Il quintogenito, Ferdinand Philipp, fu, per consenso quasi unanime, la pecora nera della famiglia.Negli scambi epistolari tra Jacob e Wilhelm le parole «perdigiorno» o «fannullone» non vengono spese per descrivere un volubile principe o l’invidioso pretendente a un qualche reame fatato, ma sono gli epiteti riservati a Ferdinand, che faceva disperare i fratelli maggiori con il suo inquieto e umorale temperamento da poeta e le sue continue richieste di sostegno economico. Nonostante la cattiva reputazione tra i consanguinei, Ferdinand Philipp Grimm, nato a Hanau il 18 dicembre 1788, fu un uomo dalle multiformi passioni, un’individualità fuori dal comune e un pregevole scrittore. Attivo per anni come redattore editoriale, partecipò alla grande scoperta del folclore europeo trascrivendo con la sua splendida grafia canti e racconti popolari, e raccogliendo in prima persona da antiche sillogi o dalla viva voce di borghesi e popolane una miniera di fiabe e leggende di cui viene qui presentata per la prima volta una selezione al pubblico italiano. D’altronde nella sua famiglia era facile passare per pigro. Si pensi ad esempio all’infaticabile fratello maggiore Jacob che, stando alla leggenda, dopo due anni di scuola piangeva perché aveva ormai appreso tutto quanto ci fosse da imparare e di cui Heinrich Heine scrisse: «Jacob Grimm (…) ha compiuto da solo più di tutta l’accademia francese messa insieme. Deve aver venduto l’anima al diavolo perché gli fornisse tutti i materiali che ha reperito e gli desse man forte come scrivano (…). Per un’opera come la sua non bastano la vita né tantomeno la pazienza di un essere umano». Alla morte del padre, nel 1796, questo forsennato studioso assunse con severità l’onere di capofamiglia. A quell’epoca Ferdinand aveva otto anni e nella cittadina dove era cresciuto, Steinau, formava con i fratelli Carl e Ludwig Emil un famigerato trio di piccole pesti. Di certo fu da subito un lettore onnivoro e assai attento alla letteratura contemporanea, venerando – com’era la moda dell’epoca – Goethe e Jean Paul, e intuendo tra i primi la grandezza di Kleist. Intanto intorno a lui prendevano avvio le due maggiori imprese filologiche del Romanticismo tedesco: Il corno magico del fanciullo, l’antologia di canti popolari di Achim von Arnim e Clemens Brentano, e le Fiabe del focolare curate da Jacob e Wilhelm. Erano i fervidi anni in cui, mentre le guerre napoleoniche infiammavano di nazionalismo la Germania, un manipolo di studiosi e poeti scopriva il fascino della letteratura orale e contribuiva a fondare un’inedita idea di popolo sulla scorta delle teorie di Herder e della nuova sensibilità romantica. Il giovane Ferdinand fu coinvolto nel cantiere di queste grandi opere e ingaggiato come copista di componimenti del Cinquecento e del Seicento per von Arnim e Brentano, e di fiabe (tra cui una delle prime versioni di Biancaneve) per i fratelli. La narrativa popolare lo entusiasmò, fornendo un contesto e uno scopo ai suoi interessi letterari. Nel tempo Ferdinand finì per contribuire alle Fiabe del focolare con un testo di suo pugno, La camicina da morto, e con la prima stesura di un altro, La morte della gallinella. Questo testo è un estratto della prefazione. L’autore, studioso di letteratura comparata, è il curatore del volume.