Robinson, 4 febbraio 2023
La castità di Garibaldi
Che naturalmente non c’entra niente con l’astenersi dai rapporti sessuali. Siate casti come colombe, implorava il Cristo, che ha vissuto la sua vita di profeta per strade e campagne e vedeva bene la ricca e gioiosa vita sessuale dei candidi pennuti. Castus, castitas, accadico qasdu, santo, puro, nel linguaggio religioso sanscrito kas, istruire mancare; castità è santità perché è totale assenza di malizia, casto è un animo puro, lindo, innocente. Mi piacerebbe essere un uomo casto, non so se ci riuscirò mai. Se penso a un animo casto, per primo mi viene in mente Giuseppe Garibaldi. Quando, messo ai domiciliari di Caprera dal savoia dopo che gli aveva portato via il regno delle Due Sicilie, se la svignò a Londra in cerca di un milione di fucili per la sua rivoluzione, nel porto più grande e ricco del mondo tutto si fermò per salutarlo. Il Generale era atteso al Reform Club, il ritrovo dei progressisti ricchi e generosi già lavorati per benino dal Mazzini, per fare in carrozza quelle tre miglia ci mise mezza giornata, tutta Londra era per strada a festeggiarlo, c’erano anche gli operai delle ferriere Manchester e dei cantieri di Newport. La regina Vittoria vide il corteo dalle sue regali finestre e scrisse un biglietto al suo primo ministro per chiedergli chi fosse mai ‘ sto Garibaldi che godeva di così tanta figura. E lui rispose: maestà, Garibaldi è oggi l’individuo più potente del mondo, egli è ciò che dice, dice ciò che fa e fa ciò che è. Questo è un animo casto, e l’inaudita potenza della castità