la Repubblica, 4 febbraio 2023
Grande fuga da Penguin, casa editrice dei record
Una casa editrice da record sta vivendo una stagione insolita: invece di godersi il successo, allungando i piedi sul tavolo in uffici con vista su Central Park, tutti i suoi vertici stanno facendo un passo indietro. Madeline McIntosh, una delle donne più potenti dell’editoria americana, si è dimessa da Ceo per gli Usa della Penguin Random House, la più grande casa editrice negli Stati Uniti, e forse del mondo, quella che ha pubblicato il libro considerato già il caso editoriale dell’anno, Spare, le piccanti memorie del principe Harry.
L’annuncio arriva in coda a un periodo di grande turbolenza all’interno del gigante dei libri che ha una sede a Londra e un intero grattacielo a Manhattan, vicino a Columbus Circle. A dicembre si era dimesso il diretto superiore di McIntosh, Markus Dohle, 54 anni, lo storico manager tedesco della Penguin, l’ingegnere industriale convertitosi al business dei libri, ed è andata via anche Gina Centrello, 63, presidente della Random House Publishing Group, nominata nel 2004 dal Wall Street Journal tra le “cinquanta donne al mondo da seguire”. Non è chiaro se le dimissioni a catena possano essere legate al mancato acquisto del maggiore rivale, Simon & Schuster, ostacolato dal governo in nome dell’antitrust. Ma il sospetto c’è. L’annullamento dell’acquisizione, sancito a fine novembre, è costato a Penguin Random House più di duecento milioni di dollari di penale da versare alla Paramount Global, proprietaria di Simon & Schuster, e le spese milionarie per gli onorari dei legali. Però Dohle era stato colui che aveva guidato le operazioni per inglobare i rivali in un’operazione gigantesca da oltre due miliardi di dollari. Il governo americano si era opposto, preoccupato dalla concentrazione editoriale e a fine ottobre ha vinto la battaglia legale, con una decisione costata a Penguin in termini di soldi e immagine. Dohle si era dimesso subito dopo. «A seguito della decisione sull’antitrust – aveva dichiarato – dopo quasi quindici anni nel board di Bertelsmann e ai vertici del nostro business dell’editoria globale, passo la mano a una nuova leadership». Il conglomerato tedesco Bertelsmann, proprietario della casa editrice, aveva liquidato le dimissioni di Dohle, spiegando che il suo top manager lasciava «su sua richiesta e nelle migliori condizioni per entrambi». Ora è il turno della “signora dell’editoria”. McIntosh, 53 anni, entrata a Penguin nel ’94, con un breve passaggio ad Amazon, aveva guidato da Ceo la casa editrice nel mercato americano negli ultimi cinque anni e affrontato le difficoltà legate all’emergenza della pandemia da Covid. Con lei è stato sviluppato il ramo digitale, del servizio Kindle e della raccolta dati. Nel messaggio di saluti allo staff, latop manager ha spiegato che non andrà via in modo netto, ma collaborerà con Nihar Malaviya, che ne prenderà il posto in attesa di nominare un successore. Tutto, dicono, sarà fatto con stile per garantire una “transizione ordinata”.
«Non amo l’idea di fare una cosa per sempre», ha confessato l’ex Ceo. McIntosh ha allontanato i sospetti che la mancata fusione con Simon & Schuster possa aver finito per pesare, ma neanche l’ha esclusa. «Avendo questo processo alle spalle – ha commentato – e avendo ora una nuova guida, è buona cosa per tutti noi guardare avanti». Penguin resta dominante sul mercato. Questa è la casa editrice che ha pubblicato romanzieri come Kazuo Ishiguro e Dan Brown, ma anche classici per bambini come Eric Carle e Dr. Seuss. L’ultimo grande successo è la pubblicazione delle memorie del principe Harry, che soltanto il primo giorno d’uscita, tra Usa, Canada e Regno Unito, ha venduto quasi un milione e mezzo di copie, incluse quelle prenotate online, superando il record dei saggi di Barack e Michelle Obama. Il gruppo è nato nel 2013 dalla fusione tra la britannica Penguin Books e l’americana Random House. Ha quasi 12 mila dipendenti in tutto il mondo, e pubblica ogni anno 15 mila titoli. Dopo l’acquisizione da parte di Bertelsmann si è autodefinita la più grande casa editrice al mondo. Negli Stati Uniti occupa il venti per cento del mercato, il doppio della concorrente diretta, HarperCollins Publishers. Adesso i manager che hanno contribuito a portarla a questi livelli sono fuori. E aperti al mercato. McIntosh ha detto che, al momento, non ha nuovi progetti.