Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  febbraio 03 Venerdì calendario

Biografia di Barbara Stanwick

arbara Stanwyck (1907-1990) è stata una delle maggiori attrici del cinema americano, dagli inizi del sonoro a tutti gli anni Cinquanta, ed è stata candidata all’Oscar come migliore attrice ben quattro volte senza mai vincerlo. Per un grande melodramma di King Vidor ( Amore sublime, 1938), per una scatenata commedia di Howard Hawks ( Colpo di fulmine, 1942), per un noir di Billy Wilder che fece epoca ( La fiamma del peccato, 1945, scritto da James Cain e sceneggiato da Raymond Chandler!) e per un secondo noir ( Il terrore corre sul filo, 1948, di Anatole Litvak, che rispettava un radiodramma di Lucille Fletcher) in cui una paralitica immobilizzata a letto scopre, da un contatto telefonico, che il marito ha assoldato un killer per ammazzarla. Ma era stato Frank Capra a lanciarla e Preston Sturges a esaltarne le virtù comiche in Lady Eva (1941) a fianco di Henry Fonda, e fu formidabile come “dark Lady” in Lo strano amore di Marta Ivers, I marciapiedi di New York, Il romanzo di Telma Jordan, Non voglio perderti e, già nel declino, nel bel film di Fritz Lang La confessione della signora Doyle. Per chi ama il cinema “classico”, rivedere questi film è sempre un piacere. Perché non vinse nessun Oscar?
Probabilmente perché i votanti (colleghi e colleghe!) non le perdonavano una certa arroganza e una libertà di costumi che, per esempio, la videro moglie di un superdivo del tempo, Robert Taylor (che era stato a fianco della Garbo nella più famosa delle versioni filmiche della Signora dalle camelie), che era molto più giovane di lei.
Talento, fascino e indipendenza di giudizio non erano virtù molto compatibili nella Hollywood “classica” e in quella comunità molto chiusa e molto ipocrita Barbara Stanwyck fu più accettata che amata. Ebbe rivali alla sua altezza solo in Bette Davis e in Joan Crawford, e come loro affrontò la decadenza portata dall’età con ostinata professionalità, lavorando in film di seconda mano e per esempio in western di serie B a fianco di un mediocre attore che si rivelò abile politico di destra fino a diventare presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan. Fu grazie alla sua protezione che superò qualche scandalo, per esempio quando un garzone di drogheria la accusò di avergli messo le mani addosso… Come non pensare al film di un suo regista, Billy Wilder, Viale del tramonto, sulla difficoltà di invecchiare quando si è state “dive”, anzi super-dive?
L’importante nella vita è invecchiare bene, ricordava il Bardo, ma per chi è stato troppo famoso è più difficile che per le persone comuni che noi siamo