la Repubblica, 3 febbraio 2023
Intervista a Elodie
MILANO – Da madrina del Gay pride l’anno scorso, aveva spiegato bene come la pensa: «Siamo tutti uguali, meritiamo gli stessi diritti. La musica unisce, non divide». Elodie Patrizi della libertà ha fatto una bandiera: 32 anni, bella e inquieta, torna in gara al Festival di Sanremo con Due e questo è il suo anno: il 10 febbraio esce l’album Ok. Respira, ha debuttato come attrice con Ti mangio il cuore, il 20 su Prime Video esce la docuserie Sento ancora la vertigine sulla sua vita, due anni vissuti pericolosamente, con il countdown fino a Sanremo. Le immagini la raccontano al festival del 2021, in cui svela la parte fragile, al piano l’accompagna il pianista jazz Mauro Tre che per primo ha creduto in lei: «Non mi sento all’altezza, se nasci in certi contesti devi lavorare più degli altri. Dopo quell’esibizione ho pianto venti minuti». Poi è piccola, riccissima, con la salopette e balla scatenata, viaggia, discute, prova con Elisa («una persona meravigliosa»), sceglie il brano per Sanremo, è sul set del film a Foggia: «Mi sto a invecchia’ presto», dice davanti allo specchio, mentre a Venezia sorride ironica al truccatore. «Mi hai fatto ’sta pelle, sembro la figlia di Elodie». Confessa la rabbia quando in aeroporto sente un tizio che dice al telefono: «C’è una che sembra Elodie, sembra sotto effetto di qualcosa». «Non ci ho visto più: ma come ti permetti? Ma quali sostanze, una passa e pensa ai cavoli suoi. Era uno di 50 anni, si scusa, mi fa: “Non mi cacavi”, ma perché ti dovrei cacare? È intervenuta la polizia: signorina, si calmi».
Il 12 maggio l’aspetta il concertone al Forum, con tanti ospiti: «Sarà un grande spettacolo». A Sanremo porta Due che parla d’amore e di lacrime. «L’ho scritta con Federica Abbate e Jacopo Ettorre. Mi aspetto di avere la cazzimma. In quei minuti di esibizione non ci deve essere niente altro che riesca a distrarre chi ascolta. Vivo l’attesa in modo strano, Dottor Jekyll e Mister Hyde, serena e due minuti dopo mi dico: “Se cado per le scale mi alzo e canto”». La polemica per il video di Zelensky? «Ma il festival è sempre stato un contenitore anche politico quindi credo sia giusto che si parli pure di questo».
Eccola qui, tailleur di pelle bianco con la microgonna, la ragazza che dice: «Sono ambiziosa, oso. Mi sento una gran fica, batto il ferro finché è caldo. Ho voglia di prendermi tutto». E subito dopo: «Ognuno ha una crepa, se entri nella crepa è finita… Una persona mi ha detto una cosa brutta al ristorante e mi sono messa a piangere, ancora mi arrovello». Le due facce di Elodie. «Credo nell’empowerment femminile. Dal vetero femminismo all’affermazione di te, oggi posso parlare per le donne, sono così fiera e orgogliosa di esserlo. Spero di raccontarle in modo diverso». Talento, grinta e insicurezza, nella foto della copertina del disco ha il trucco sfatto: «La scelta è, col trucco, farmi vedere più fragile, chiave di svolta per me che sono una ragazza con un disagio». Si è messa in discussione con l’analisi: «Appena qualcosa non va, vado in terapia». Cosa le fa più paura? «La solitudine. Ora sono felice, non voglio difendermi a casa, deve essere il porto sicuro. Ho capito cosa non voglio. Serve rispetto per l’altra persona, l’amore viene da lì».