La Stampa, 3 febbraio 2023
Scommettere sul nipote del grande Varenne
Come scriveva Hank Bukowski, «nessuno può saperne mai abbastanza sulle corse dei cavalli come su qualsiasi altra cosa, quando si crede di saperla lunga si è soltanto all’inizio».
Così succede in questa storia. Dove un uomo di trent’anni, che convive dalla nascita con la spina bifida, cioè con una grave malformazione della colonna vertebrale, non ha mai smesso di inseguire la sua passione per i cavalli. «Quei due minuti della corsa ti regalano un’emozione che non ha eguali» dice Filippo Lago. Ed è una storia dove adesso, questa passione tramandata nella sua famiglia da generazioni, si è trasformata in un’idea: condividere il puledro più promettente dell’allevamento con il resto del paese. Un cavallo del popolo. O meglio: un cavallo in multiproprietà. Una scommessa partecipata. Insomma l’idea è mettere in vendita, a quote molto basse, il sogno di un cavallo vincente. E mica un cavallo qualunque.
Il puledro in questione si chiama Gougeon, è nato il 13 maggio e sta crescendo forte e bello. È il figlio di una cavalla di nome Appia e nipote del grande Varenne, leggenda dell’ippica: 73 corse disputate, 62 vinte. «L’idea mi è venuta ascoltando le voci del mio paese. Ogni volta che un cavallo della nostra scuderia vinceva in qualche ippodromo italiano, in tanti arrivavano per complimentarsi. Erano proprio felici. Domandavano notizie, volevano essere aggiornati. Era come se sentissero quella vittoria una vittoria del nostro territorio».
Il paese è Galliera Veneta, l’ultimo comune in provincia di Padova al confine con le province di Treviso e Vicenza. Terra di piccole aziende metalmeccaniche, più che di campi, bestie e agricoltura. Settemila abitanti, una fabbrica di biscotti. E quell’allevamento di cavalli da corsa: trotto e galoppo.
Se ancora non si può quantificare l’adesione all’iniziativa, è perché è appena stata annunciata. Poi manca un dato importante. A quanto verrà messa in vendita una quota del sogno vincente? Insomma: quanto costerà comprare il cavallo del popolo? «Ne stiamo ancora discutendo con la mia famiglia, ma siamo d’accordo su una cosa. Vogliamo che sia una quota molto bassa, quasi simbolica. Non importa se ci perderemo, quello che conta è avvicinare altre persone a questa passione. Vogliamo rendere più popolare il trotto. Comprare un cavallo è sempre una scommessa. Perché non puoi sapere prima come andrà quell’investimento. Ma è un tipo di scommessa che non ha niente a che vedere con tutte le altre». Perché? «Perché qui non hai a che fare con i numeri e con il caso come al Superenalotto, qui hai a che fare con un’anima, un cuore, un modo. È un animale che ti vuole bene, come tu ne vuoi a lui».
L’idea di Filippo Lago è piaciuta in paese e anche fuori, stanno iniziando a arrivare telefonate da varie parti d’italia. È piaciuta anche al governatore del Veneto Luca Zaia, anche lui appassionato di cavalli, che così ha scritto: «È un progetto che contribuisce a valorizzare la profonda tradizione vantata dal territorio. I veneti erano conosciuti anticamente come portentosi allevatori di cavalli che, nel 440 a.C., consentirono a Leonte di Sparta la vittoria alle Olimpiadi. La scelta imprenditoriale intrapresa dall’allevamento di famiglia, oltre a portare avanti questa storica vocazione, contribuisce anche all’avvicinamento dell’intera comunità all’ippica, mondo che vale la pena d’essere scoperto».
Ovvio che il sindaco di Galliera Veneta non sia rimasto insensibile. «È una bella iniziativa, incontrerò presto Filippo Lago», dice Italo Perfetti. «C’è sport, c’è disciplina. È un settore economico, ma è anche un settore dove è richiesta molta cura per i cavalli. È giusto rilanciarlo dopo gli anni del Covid».
Gougeon deve il suo nome a due fratelli francesi, due famosi guidatori del secolo scorso. Il fantino va al galoppo, il driver al trotto. Per tutti il grande obiettivo è partecipare al Derby dell’ippodromo delle Capannelle, forse la gara ippica più importante d’Italia. Ma chissà.
Come tutti i sogni, anche questo sarà lungo da sognare. Il puledro Gougeon adesso deve crescere, farsi le ossa. Nelle prossime settimane lascerà l’allevamento di Galliera per andare in uno più adatto a Pontoglio, in provincia di Brescia, con paddock più grandi e altri cavalli come lui in fase di crescita. «Lì potrà stare in branco con altri maschi, questo è molto importante per sviluppare il carattere. A livello agonistico può fare la differenza stare con altri cavalli e avere molto spazio», dice Filippo Lago. Alle sette e mezza di sera ha finito il turno di lavoro in un supermercato. «Ma faccio un part-time. Per potermi dedicare tutto il resto del tempo ai cavalli».
Nei primi giorni di settembre, Gougeon verrà affidato all’allenatore «per la doma». A quel punto forse sarà già il cavallo popolare di Galliera Veneta. Il cavallo di tutti quelli che non potevano permettersene uno. Poi magari non rispetterà le attese e non sarà un campione, perché con i cavalli come su qualsiasi altra cosa «nessuno può saperne mai abbastanza». Ma intanto la storia è tutta da scrivere. —