la Repubblica, 2 febbraio 2023
Il Chelsea spende 330 milioni e beffa le regole Uefa
«Gli inglesi stanno dopando il calcio. È un imbroglio, una farsa! L’Uefa e le autorità europee intervengano!». I vertici della Liga sono furiosi. Nel pomeriggio di ieri il presidente del massimo campionato spagnolo Javier Tebas e il direttore generale Javier Gomez postano veleno su Twitter chiedendo provvedimenti. Vendetta spagnola? O gli ultimi riti di una Liga sempre più irrilevante? Oggi gli spagnoli sono indignados ma un tempo erano loro a “dopare” il calcio. Ricordate i 60 milioni di euro per Figo, i 76 per Zidane, i 94 per Cristiano Ronaldo e i 100 per Gareth Bale e poi Hazard? Oggi, invece, per infrastrutture, passione e investimenti, la peccaminosa mecca del calcio si è spostata oltremanica.
Qualsiasi confronto è imbarazzante, impietoso. Dopo i 281 milioni sborsati in estate, nella sessione di mercato invernale appena conclusasi il Chelsea ha speso 329 milioni di euro contro i 225 milioni di tutti i 78 club dei massimi campionati di Italia, Spagna, Germania e Spagna messi insieme. In pratica, dalla nascita della Premier League nel 1992, i Blues hanno potuto spendere e spandere 3 miliardi di sterline (3,4 milioni di euro), prima squadra che varca questa soglia. Mentre la Premier League, solo nel gennaio 2023, ha speso in tutto 922 milioni di euro, bonus inclusi. Quest’anno nella finestra di riparazione la Championship, ossia la seconda divisione inglese, ha speso quanto la Serie A, 32 milioni.
La Premier è oramai una galassia a parte, un buco nero che persino ridimensiona l’acquisto più costoso della sua storia, ossia il centrocampista del Benfica e campione del mondo argentino Enzo Fernandez, ai Blues per la cifra record di 121 milioni di euro. E ancora: se si vanno a vedere le spese complessive del club di West London rilevato l’anno scorso dal miliardario americano Todd Boehly dal sanzionato Roman Abramovich per 5 miliardi di euro, il Chelsea ha investito in acquisti dall’estate 2022 la mostruosa somma di 553 milioni di euro, un quarto di tutta la Premier. La quale, contando anche il mercato estivo, quest’anno ha totalizzato 3,2 miliardi di euro in trasferimenti, altro record di sempre.
Ma come fa il Chelsea di Boehly, che scialacquava così anche con la squadra di baseball dei LA Dodgers conquistando i tifosi, a sfuggire al Fair Play Finanziario della Uefa? Innanzitutto, grazie all’ammortamento dei costi. Pochi giorni prima diFernandez, era arrivata per altri 100 milioni la giovane e grande promessa ucraina Mykhailo Mudryk. La chiave sta nel fatto che il calciatore ha firmato un contratto lunghissimo, otto anni e mezzo, che permette al Chelsea di spalmare acquisto e stipendio multimilionario del 22enne su quasi nove anni. Ma ci sono altri giovani ricoperti d’oro dal Chelsea come Wesley Fofana, costato un altro centinaio di milioni la scorsa estate, che ha firmato un contratto di sette anni; il difensore francese Benoit Badiashile dal Monaco (40 milioni) si è impegnato per sei anni e mezzo; mentre Noni Madueke, ala inglese, 20 anni per 33 milioni dal Psv, gode di un contratto di sette anni e mezzo.
Ma il C helsea di Boehly sta spendendo così tanto (il terzino spagnolo Cucurella per 75 milioni, Sterling per 63, Koulibaly dal Napoli per circa 45) anche perché le attuali regole del Fair Play Finanziario europeo ancora glielo permettono in Inghilterra. L’escamotage dei lunghi contratti non sarà più ammesso già dalla prossima stagione, quando la Uefa imporrà un limite massimo di cinque anni ai contratti dei calciatori. Inoltre, secondo le regole vigenti, è ancora permesso spendere il 90% del fatturato del club in acquisti, stipendi e commissioni agli agenti, e così sarà anche l’anno prossimo. Poi, dalla stagione 2024-25, entrerà in auge un “salary cap globale” più stringente per i club europei, limitato all’80% del fatturato, e al 70% dalla successiva. Insomma, il Chelsea, che pure arranca a metà classifica a causa degli infortuni che hanno martoriato la squadra di Graham Potter, sembra ancora avere il margine necessario per evitare sanzioni, anche perché la conquista di Champions League e Supercoppa nel 2021 ha portato in cassa almeno 134 milioni di euro e dunque altro margine.
Ma c’è un’altra ragione. Il Chelsea ha un ottimo settore giovanile e lucra molto sui suoi giovani. Basti pensare a Tammy Abraham o a Fikayo Tomori, che complessivamente a Roma e Milan sono stati venduti per oltre 70 milioni dopo precedenti investimenti minimi per loro del club londinese. E così ora ancora è più chiaro perché l’allora primo ministro Boris Johnson bloccò il progetto di Superlega di Juventus, Barcellona e Real. La SuperLeague è già qui, in Inghilterra, lasciando le briciole agli altri. E toglierle lo scettro e i miliardi in cui sguazza ora sarà più difficile che mai.