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 2023  febbraio 02 Giovedì calendario

I mostri di Herbert George Wells

In un testo del 1946, inserito poi in Altre inquisizioni, Jorge Luis Borges celebra Herbert George Wells (1866-1946) come “mirabile narratore”. E osserva che certi suoi romanzi, da La macchina del tempo a L’isola del dottor Moreau e La guerra dei mondi, «dovranno integrarsi, come il modello di Teseo o di Aasvero (l’Ebreo errante, ndr), nella memoria generale della specie».
Lo scrittore inglese non è soltanto l’autore di romanzi di cui sempre Borges diceva: «Sono i primi libri che lessi; forse saranno gli ultimi». Scrisse diversi racconti. Uno di questi è Il fu signor Elevesham, che sempre Borges, Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Casares pubblicarono giustamente nella famosa Antologia della letteratura fantastica. Per la precisione, Wells compose “71 racconti brevi, 63 dei quali riuniti nella celebre Essex Edition, in 24 volumi”. A ricordarlo è Fabrizio Bagatti nella nota a Paura e mistero, una raccolta di dodici storie poco note e introvabili pubblicata ora da Lorenzo de’ Medici Press, con una nuova traduzione di Eleonora Gasperini. In La stanza rossa, come ne La fioritura della strana orchidea, Nell’osservatorio di Avu, Il fabbricante di diamanti, L’eccezionale caso degli occhi di Davidson o La valle dei ragni – solo per citare alcuni dei racconti riproposti – si declina tutto il mondo fantastico di Wells: le sue anticipazioni del futuro spaventoso della Terra, gli incubi e le paure, i fantasmi, le mostruosità della natura e le manipolazioni di essa da parte degli uomini, le conquiste della scienza, le visioni e le potenzialità nascoste o inespresse della mente umana. Così come ci sono i temi delle ingiustizie sociali che esploderanno nella Terra del futuro: si veda La macchina del tempo con quelle due sole classi di individui sopravvissute: i non lavoratori e i lavoratori, pronti però a nutrirsi dei primi.
Le sue narrazioni, annotava sempre Borges, trattano “mere possibilità (un uomo invisibile, un fiore che divora un uomo, un uovo di cristallo che riflette gli avvenimenti di Marte), se non cose impossibili”. Lo stesso Wells affermava nel 1933: “Se lo scrittore di storie fantastiche vuole davvero aiutare il lettore, dovrà aiutarlo – nella maniera più discreta possibile – ad addomesticare l’ipotesi impossibile”. Come in La fioritura della strana orchidea, in cui un fiore divora gli esseri umani: “Era disteso a faccia in su, ai piedi della strana orchidea. Le radichette erano simili a tentacoli e non ondeggiavano più liberamente nell’aria, ma erano ammassate le une sulle altre, un groviglio di corde grigie e tese, con le loro estremità avvinghiate strettamente al suo mento, al collo e sulle mani. Lei non capì. Poi vide che da sotto uno dei tentacoli animati sulla sua guancia gocciolava un piccolo rivolo di sangue”.
Nel racconto L’eccezionale caso degli occhi di Davidson, il protagonista “pensa che sia possibile vivere visivamente in una parte del mondo, ma fisicamente in un’altra”. Mentre nei Predoni del mare i misteri della natura e l’impossibilità di conoscerla si evidenziano nella “straordinaria questione di Sidmouth”. Ovvero “tutto ciò che era noto della peculiare specie dell’Haploteuthis ferox era riconducibile solo ai resti di un tentacolo ritrovato vicino alle Azzorre, e a un corpo in decomposizione beccato dagli uccelli e mangiucchiato dai pesci trovato all’inizio del 1886 dal signor Jennings, vicino a Land’s End. In nessun campo della zoologia, infatti, siamo così all’oscuro come lo siamo per quanto riguarda i cefalopodi delle profondità marine”. Un racconto che vale mille volte di più di romanzi del tardo Novecento come Lo squalo: “Fu così che l’Haploteuthis ferox fece la sua prima apparizione sulle coste del Devonshire. Finora, questo è stato il suo attacco più violento. Il racconto del signor Fison, e la marea di vittime e feriti balneari di cui vi ho parlato, e l’assenza dei pesci nelle coste della Cornovaglia di quell’anno indicano chiaramente la presenza di questi voraci mostri marini”.
Inventore della letteratura d’anticipazione, della fantascienza, Wells scrisse anche romanzi come Ann Veronica, da poco edito da Robin – Biblioteca del Vascello. Pubblicato nel 1909, avverte la nota editoriale, “fa parte della serie di romanzi realisti che H. G. Wells scrisse a partire dai primi anni del Novecento e che costituiscono preziosi documenti letterari per comprendere le profonde trasformazioni sociali che caratterizzarono la storia dell’Inghilterra post-vittoriana”. Ma la grandezza dello scrittore inglese è nelle sue anticipazioni visionarie del futuro, nella capacità, per l’appunto, di rendere possibile l’impossibile e di mettere in guardia sui disastri naturali e sociali in agguato nel corso dei secoli a venire. Per questa ragione appare come una sorta di padre spirituale dei Fridays for Future di oggi. Tutto ciò che denunciano le ragazze e i ragazzi del Duemila, infatti, era stato già stato previsto dal Viaggiatore del Tempo.