il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2023
Tatuaggi, cellulite, photoshop: è tutta una questione di pelle
I tatuaggi sono pericolosi? È da tempo che noi dermatologi ci chiediamo se il tatuaggio può rivelarsi dannoso per la pelle e recenti studi hanno confermato molti timori. Tatuarsi significa introdurre tramite un ago dei coloranti nello strato profondo della pelle, il derma. La prima raccomandazione, quindi, è quella di prestare molta attenzione all’igiene, agli aghi utilizzati e alla sterilità dell’attrezzatura. Se le norme igieniche non sono rigorosamente rispettate, il rischio di contrarre un’infezione (AIDS, epatite B e C in particolare) è molto alto. Attualmente, la maggior parte dei tatuatori sono ligi alle regole e utilizzano attrezzature monouso previste dalla legge, ma il rischio non si è completamente dissolto. A parte le infezioni, i tatuaggi possono provocare reazioni allergiche perché i coloranti utilizzati contengono anche metalli pesanti e pigmenti sintetici che possono innescare fenomeni allergici.
Ultimamente l’attenzione è rivolta proprio verso la composizione degli inchiostri e l’allerta è alta. Infatti, la maggior parte degli inchiostri, oltre a pigmenti naturali, contengono sostanze chimiche come nichel, cromo, manganese, cobalto e soprattutto biossido di titanio che viene usato per il bianco. Quest’ultimo si è rivelato molto nocivo. In pratica nanoparticelle di inchiostro raggiungono il sangue e i linfonodi. Grazie a uno studio scientifico svolto presso l’European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) di Grenoble (Francia), si è visto che i linfonodi raggiunti dall’inchiostro si colorano come la pelle e cercano di espellere il materiale colorato sviluppando un fenomeno infiammatorio importante. È bene sapere che molti studi scientifici hanno parlato anche di “forte rischio cancerogeno”. Per tutelare la salute dei cittadini, dal gennaio 2022 il nuovo Regolamento Ue ha disciplinato dettagliatamente la qualità e la sicurezza delle sostanze chimiche presenti negli inchiostri per l’applicazione del tatuaggio e del trucco permanente. I tatuatori professionisti dovranno adattarsi a tali direttive, cambiando o eliminando una serie di coloranti. Con il nuovo regolamento diventano vietate o fortemente limitate oltre 4mila sostanze. Insomma, se proprio non si può fare a meno di tatuarsi, bisogna stare attenti e tutelarsi. E ricordarsi che un tatuaggio è per sempre, non ammette pentimenti! Sì, si parla di laser che possono rimuoverlo ma il risultato non è mai come sperato, la pelle tatuata mantiene in profondità i pigmenti e per asportarli bisogna davvero traumatizzarla. Gli esiti che rimangono dalla rimozione (il “fantasma” del tatuaggio, come viene definito) non sono affatto gradevoli! Dopo aver fatto il tatuaggio è bene applicare una crema grassa magari mescolata a una pomata antibiotica. Tenere “unta” la parte tatuata favorisce l’attecchimento dei pigmenti rendendo meno fastidiose e pruriginose le crosticine che si formano nell’arco dei giorni successivi. Una volta che le crosticine sono cadute, il tatuaggio è definitivo, non c’è bisogno di particolari cure. Anche l’esposizione solare non crea alterazioni.
Qualche precisazione da parte del dermatologo: non tatuatevi mai in zone con nei o macchie varie (è importante poter effettuare i controlli); se soffrite di psoriasi il trauma del tatuaggio potrebbe innescare la malattia nella zona tatuata; evitate se possibile i tatuaggi colorati.
La cellulite si può curare? Se guardiamo i modelli femminili della pittura del Cinque-Seicento (Tiziano, Rubens, Gentileschi) le donne ritratte sono il trionfo della cellulite e questo perché la cellulite non è una malattia, ma una condizione riconducibile al sesso femminile. Ecco perché non ci sono terapie per sconfiggerla. Con il termine “cellulite” un tempo si intendeva un’infiammazione degli strati profondi della pelle; oggi s’intende tutt’altro… Fu il giornale Vogue, nel 1968, a diffondere il termine “cellulite” per la prima volta, instillando in particolare nelle donne quel perverso senso di inadeguatezza e non accettazione del proprio corpo. Quindi è poco più di cinquant’anni che si è creata questa nuova “patologia”. L’attività estrogenica che favorisce una certa ritenzione idrica (compresa la pillola anticoncezionale), il sovrappeso e la costituzione fisica: ecco i tre cardini che caratterizzano questa condizione molto femminile. Creme, bende, laser, liposuzione: niente sconfigge ciò che è nella natura dei corpi. I consigli che posso dare sono: mantenere un peso costante, non esasperare l’attività fisica, idratare molto la pelle senza esagerare con creme e fanghi “snellenti” che promettono miracoli. Infine, bisogna sempre sapersi accettare, munirsi di una buona dose di autoironia, facilitare i meccanismi fisiologici e salutari (dieta corretta, no al fumo, poco alcol) e non affidarsi a modelli inarrivabili. Ma esiste un modo davvero efficace per eliminarla per sempre? Sì, Photoshop!