il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2023
La Giustizia non ha niente. Mancano pm, cancellieri, stampant, scanner, carta e viacrd
C’è chi lo chiama così: il “fuoco amico”. “A volte abbiamo l’impressione di essere colpiti da fuoco amico”, dice il presidente della Corte d’appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti, “spesso si imputano le inefficienze della giustizia solo ai magistrati, ma i risultati del sistema dipendono anche da come operano Csm e ministero”. Il “fuoco amico” s’è particolarmente accanito sul tribunale di Ivrea, per esempio, il cui territorio arriva alle porte di Torino: 520 mila abitanti e 24 magistrati (Alessandria: 420 mila abitanti e 28 giudici). Piante organiche mai aggiornate: manca l’80% degli amministrativi e il 66% della polizia giudiziaria. Non c’è più un ufficio che si occupi delle denunce per ignoto: 11 mila pratiche l’anno che finiscono direttamente sul tavolo della procuratrice Gabriella Viglione: “Qui – spiega – siamo costretti a inseguire la priorità, della priorità, della priorità”. Interessante, in un territorio infiltrato dalla ’ndrangheta. “Questa situazione – continua Viglione – è ampiamente nota da nove anni. L’ultima lettera al ministero? Poco dopo l’insediamento del nuovo governo”.
Aministia mascherata E lo dicono gli avvocati
A Genova c’è chi parla di “amnistia mascherata”. Ed è un paradosso: a denunciarlo sono gli avvocati. Da quando (luglio 2022) è iniziato il processo per la strage del Ponte Morandi (1.400 pagine per i soli capi di imputazione) il sistema è andato in tilt. La presidente della Corte d’appello, Elisabetta Vidali, denuncia la “desertificazione” dei giudici monocratici: in tre sono stati assegnati in via esclusiva al processo che (per evitare la prescrizione) viaggia al ritmo di tre udienze a settimana. Se non bastasse, è in arrivo un processo-bis sulla gestione autostradale e gli sviluppi di un’indagine finanziaria su Qui Group, colosso dei ticket restaurant, protagonista di un crac da 400 milioni con 20 mila parti offese. Eppure mancano 18 giudici su 75 e il tribunale – continua Vidali – “non è in grado nemmeno di far fronte all’ordinario”. Tempo medio di definizione dei procedimenti: 565 giorni. Raddoppiato in tre anni. Gli avvocati in Liguria parlano di “amnistia mascherata”: “La riforma Cartabia – dice il presidente dell’Ordine degli avvocati, Luigi Cocchi – non ha alcun effetto sui tempi della giustizia. Servono più risorse, più magistrati, per dare ai cittadini la domanda di giustizia che meritano”.
Ormai si rinviano molti procedimenti per reati “minori”: truffe, furti, appropriazioni indebite, lesioni, evasione fiscale, reati finanziari, piccolo spaccio. Le nuove udienze? Da metà 2024 in poi.
Il presidente della Corte d’appello di Venezia, Carlo Citterio, tra Venezia e Belluno, denuncia scoperture tra il 37 e il 41%. “Percentuali che per la loro imponenza” impattano sulla “possibilità di rendere un servizio efficiente e corretto” e rendono difficile “l’esercizio quotidiano della giurisdizione”. Chiedere a magistrati e funzionari di inventarsi ulteriori soluzioni? Un “alibi ipocrita” per “chi quelle risorse deve fornire”. Ovvero: il ministero.
Cancellieri condivisi Non bastano per tutti
A Milano la scopertura dei magistrati oscilla dal 6,6% del Tribunale di Lecco al 24,33% del Tribunale di Pavia. Corte d’appello: 133 magistrati previsti, 107 in servizio, scopertura al 19,5%. Si sale poi al 39% dei cancellieri esperti e al 43% degli assistenti giudiziari: mancano 4 contabili su 5, non sono previsti gli informatici e gli statistici, sono totalmente assenti funzionari e assistenti tecnici. Il tutto – si legge nella relazione del presidente della Corte d’appello di Milano, Giuseppe Ondei – con “negative ripercussioni sul funzionamento dei servizi”. Negli uffici Gip in alcuni casi si è ridotti a un cancelliere/assistente condiviso tra due magistrati. È diventato “preoccupante” il “numero dei fascicoli quotidianamente trasmessi dalla Procura della Repubblica con richiesta di archiviazione”. Il motivo della preoccupazione? La loro quantità “non consente la puntuale assegnazione al giudice e la relativa definizione informatica” e il “ritardo provoca un notevole disagio per l’utenza”.
Viaggiare in autostrada? Senza card è un problema
Facciamo un salto in Toscana. A Prato, la Procura ha comunicato che, a causa delle carenze di organico, si rischiano “marcate situazioni di ristagno” per “le fasi pre-dibattimentale, dibattimentale e post dibattimentale”. “L’amministrazione della giustizia nel circondario di Prato – scrive la procuratrice generale Luciana Piras – soffre della pressoché totale assenza di decisioni da parte del ministero” nonostante le “allarmate richieste”.
In Friuli-Venezia Giulia, la situazione della Procura di Gorizia (due pm su un organico di 6 magistrati) diventa “drammatica” quando si passa al personale amministrativo: è in costante riduzione da oltre 15 anni. Nella relazione firmata dal presidente della Corte d’Appello di Trieste, Sergio Gorjan, si legge che “in alcuni uffici l’organico si è ridotto in maniera insopportabile” e raggiunge addirittura il 75%”. Alla Procura di Gorizia mancano “4 su 5 figure apicali”. E poiché su un “organico di 70 unità la presenza è di 50”, non sorprende che siano “in aumento sia la durata media dei procedimenti penali, sia le pendenze”.
“L’ammodernamento del cablaggio non è ancora stato avviato” e c’è la “preoccupante insufficienza della rete”. Con quali armi si combatte? Computer: 135 pc fissi in dotazione ai magistrati (ma i più recenti, 32, sono del 2019). Scanner: 50 ma ne funzionano 18 (e il processo telematico?). Stampanti: 90 ma molte non funzionano perché la fornitura era dotata “di toner e ricambio, finiti i quali, non è possibile effettuare nuovo acquisto”.
Il Tribunale di Sorveglianza dispone di due conducenti che devono spostarsi tra Udine e Trieste, ma hanno la Viacard “solo a primavera inoltrata”. Nei primi mesi dell’anno devono spostarsi su “strade senza pedaggio, con aumento della durata dei viaggi”. Carta: la Corte d’appello di Trieste ne chiede 500 risme e ne ottiene 50: “Abbiamo dovuto richiedere in prestito n. 11 risme al Tribunale di Udine e siamo senza scorte”.
Ma voi l’avete avete mai visto un criminale costretto a chiedere della carta in prestito o a fare strade secondarie perché non ha la viacard?