Corriere della Sera, 1 febbraio 2023
Concorsi, domande e dubbi irrisolti
«Grazie per l’intervento. Si prepari sugli appalti...», ridacchiò il presidente della commissione convocata per selezionare i dodici migliori geologi su piazza per velocizzare le pratiche rastrellando più soldi possibili del Pnrr, da sempre il tallone d’Achille della Regione Siciliana che nei decenni si è lasciata sfuggire decine di miliardi europei per totale insipienza della politica e della burocrazia. Preso per i fondelli dopo l’esame disastroso in cui aveva infilato scene mute e un enorme strafalcione, il candidato fece un sorriso un po’ ebete e rispose al presidente forzando una risatina pure lui: «Eh, sì, ne ho bisogno…» Dopo di che, convinto che il collegamento Web fosse caduto, sospirò con la moglie che gli chiedeva come fosse andata: «Di mer...». Una figuraccia catastrofica finita dritta (grazie al ricorso di uno degli aspiranti consulenti bocciati che aveva preteso d’avere tutta la documentazione) in un servizio micidiale de Le Iene di Marco Occhipinti e Filippo Roma. Risultato? Mezza Italia, lo scorso ottobre, ne rise. Ma la sentenza del Tar? È appena arrivata. E dice che certo, alcune cose in quel concorso lasciavano molti dubbi. Come il video di un altro candidato che superò l’esame «sparendo» on-line nel momento delle domande specifiche: «Laddove un colloquio venga svolto in videoconferenza, è necessario garantire che il collegamento rimanga attivo per tutto il tempo di svolgimento della prova; si tratta dell’unico serio presidio che consente di mantenere un ragionevole livello di trasparenza della stessa…». Rileggiamo: «unico serio presidio». Quindi «vi è stata un’evidente disparità di trattamento con il ricorrente, che ha tenuto sempre attivo il collegamento con la Commissione (come tutti gli altri candidati...)». Giustizia è fatta? Oddio, mica tanto: Francesco Cannavò, il geologo escluso dalla dozzina di «esperti», ha ottenuto di potersela rigiocare rifacendo l’esame. Il minimo. Una settimana prima della decisione del Tar però (carramba che «coincidenza»!) gli «espertissimi» promossi e assunti al concorsone l’anno prima si erano visti rinnovare la consulenza per altri due anni. Tranne coloro buttati fuori perché avevano firmato un’autocertificazione falsa sfuggita al setaccio dei controllori (!) e altri che, attratti dai 70.000 euro e passa di consulenze, si erano dimenticati di dire d’aver già un posto di lavoro altre parti. «Espertissimi» ma distratti...