Corriere della Sera, 1 febbraio 2023
Infortuni sul lavoro, raddoppiano le vittime under 20
Felice Costanzo aveva 54 anni ed era uno dei meccanici più esperti di un’officina di Lamezia Terme. È rimasto schiacciato sotto a un camion sul quale stava lavorando. A nulla ieri è valso il tentativo disperato di trasportarlo in elisoccorso all’ospedale di Catanzaro. Sulla dinamica indagano i carabinieri che hanno già sentito testimoni. Costanzo è, purtroppo, l’ultima vittima di una strage silenziosa che, nel 2022, ha fatto stendere a terra 1.090 lenzuoli bianchi secondo i dati di Inail. In pratica in Italia, ogni giorno, vengono denunciate circa tre vittime del dovere. Per giunta sono in calo rispetto al 2021 (-10,7%). L’ente, però, avverte: «bisogna attendere metà anno per avere il definitivo consolidamento». Colpisce l’aumento fra i più giovani delle vite spezzate. Sono state 196 quelle fra i 25-39enni (153 nel 2021) e 22 fra gli under 20 (10 nel 2021). Stesso trend per i decessi avvenuti nel tragitto casa-lavoro (300 contro 248). A crescere sono poi le denunce di infortuni sul lavoro che hanno sfiorato le 698mila nel 2022 (+25,7% sul 2021). Segno più pure per le patologie professionali (+9,9%). Un bilancio che «non possiamo permetterci» di avere, sottolinea Marina Calderone, ministra del Lavoro. Bisogna fare presto. «Lavoriamo – conclude – per rendere più effettiva la sicurezza, per intervenire anche con dei correttivi che rendano più efficace i controlli». Intanto Calderone ha avviato un tavolo di confronto con i sindacati e le imprese per arrivare a un patto sulla sicurezza. «La ripresa produttiva del 2022 è stata a danno anche della tutela della salute e della sicurezza che – attacca il segretario della Cgil Maurizio Landini – continuano a essere considerate un costo e non un investimento. C’è un aumento della precarietà senza precedenti e, in molti casi, gli infortuni avvengono in aziende di piccole dimensioni e in imprese che, soprattutto, sono in appalto o in subappalto». Secondo Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil, «sono cifre impressionanti e indegne di un Paese civile». Paolo Capone, segretario di Ugl, chiosa: «i numeri sono inaccettabili, si rafforzino i controlli per fermare la strage dei lavoratori».