Corriere della Sera, 1 febbraio 2023
Priscilla Presley impugna il testamento della figlia
Lo showbusiness è un circo e lo scopo è sfilare i portafogli dei buzzurri seduti sotto il tendone, amava ripetere il colonnello Parker, onnipotente manager che sfilò a Elvis Presley buona parte della sua fortuna. E adesso che Priscilla Presley, la vedova del «re», impugna il testamento della figlia Lisa Marie che secondo lei sarebbe stato falsificato, è difficile non pensare a quella frase del colonnello che incombe come una maledizione su Graceland e sui suoi discendenti.
Lisa Marie Presley, figlia di Elvis e Priscilla, al momento della morte il 12 gennaio a soli 54 anni, non era milionaria. O meglio, lo era in senso negativo: aveva debiti per almeno 16 milioni di dollari, l’ultimo capitolo di una serie incredibile di sprechi, cattivi investimenti, amministrazione come minimo incompetente se non criminale da parte di varie generazioni di manager e amministratori (suo nonno Elvis sulla carta avrebbe dovuto essere l’artista più ricco della storia ma al momento della morte nel 1977 aveva un patrimonio di soli 5 milioni di dollari, 24 milioni di oggi calcolando l’inflazione).
Eppure l’eredità di Lisa Marie è potenzialmente ricchissima – anche senza considerare il catalogo musicale del padre, ci sono i diritti d’autore dei 24 film di Elvis, c’è Graceland che è un kitschissimo e assai redditizio museo aperto al pubblico, e tanto altro – viene stimata intorno al mezzo miliardo di dollari. Al netto dei debiti di Lisa Marie.
Così a aggiungere tristezza a una vicenda già orribile ora c’è anche l’eredità contesa. A appena sette giorni di distanza dal funerale, Priscilla ha appena intentato una causa legale contro la validità del testamento della figlia. Contesta un emendamento del 2016 che l’ha estromessa come amministratrice. Elementi alla base della causa: il documento del 2016 conterrebbe uno strano errore nello spelling del nome di sua madre e la firma di Lisa Marie avrebbe un aspetto insolito.
L’emendamento rimuove (per ora?) Priscilla e il suo consulente Barry Siegel come co-fiduciari e li sostituisce con due dei suoi figli: la modella e attrice Riley Keough, 33 anni, e Benjamin Keough (che però nel frattempo è morto suicida, nel 2020 a soli 27 anni).
I guai nella successione di Elvis cominciarono il giorno della sua morte, 16 agosto 1977. Il testamento nominava suo padre, Vernon, come esecutore testamentario. I beneficiari erano lo stesso Vernon, la nonna di Elvis, Minnie Mae Presley, e la sua unica figlia, Lisa Marie. Il testamento prevedeva poi, con una clausola opaca, che Vernon potesse, a sua discrezione, elargire denaro a altri membri della famiglia «secondo necessità». Vernon Presley morì nel 1979, Minnie Mae nel 1980, e così Lisa Marie ancora bambina risultò unica erede di tutto (Priscilla aveva divorziato da Elvis nel 1973). La volontà di Elvis era che la parte d’eredità di Lisa Marie sarebbe stata custodita per lei fino al suo venticinquesimo compleanno, il 1 febbraio 1993.
Peccato però che prima di quel giorno parte del catalogo musicale fosse ormai stato svenduto per sanare vecchi debiti. Al netto delle spese esorbitanti di Lisa Marie, però, Barry Siegel, amministratore del trust, gestì talmente male gli affari da lasciare, al momento del suo licenziamento nel 2015, un attivo di soli 15mila dollari.