Avvenire, 1 febbraio 2023
La Carrà si fa lirica
Un’opera lirica su Raffaella Carrà. «Non una biografia in musica, ma il racconto di una carriera artistica che ha accompagnato l’evoluzione del costume e della società italiana». È Raffa in the sky che la Fondazione teatro Donizetti di Bergamo ha commissionato al compositore Lamberto Curtoni, evento clou (insieme al Donizetti opera festival di novembre) delle celebrazioni che per il 2023 vedono la città in tandem con Brescia Capitale italiana della cultura. Inutile dire che quando la notizia di un melodramma sulla soubrette televisiva romagnola ha iniziato a circolare ha subito scatenato polemiche a Bergamo, un po’ per il personaggio che ha rotto gli schemi e suscitato qualche scandalo (la questione dell’ombelico mostrato in tv o i testi di alcune sue canzoni), ma anche per gli elevati costi di produzione che avrebbe lo spettacolo. Costi che, però, assicurano dalla Fondazione Donizetti, saranno coperti da sponsor privati del territorio. «L’occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura ci ha convinto a realizzare un grande progetto contemporaneo, al di fuori dalle nostre stagioni consuete e dal festival dedicato al compositore cittadino, che possa però avvicinarci ai programmi dei teatri internazionali che annualmente inseriscono prime assolute nei propri cartelloni proprio per creare nuovi legami con il pubblico» spiega Giorgio Berta presidente della Fondazione Teatro Donizetti presentando il lavoro nato da un idea del direttore artistico del Donizetti opera, Francesco Micheli, che curerà la regia dello spettacolo che vedrà Chiara Dello Iacovo, classe 1996, attrice diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e cantante passata nel 2016 dalle nuove proposte del Festival di Sanremo, indossare il caschetto biondo della Carrà. Libretto di Renata Ciaravino e Alberto Mattioli mentre la partitura, che andrà in scena in prima assoluta a settembre al Donizetti, sarà diretta da Carlo Boccadoro. L’attualità, quella più pop, irrompe nella lirica. «D’altra parte le opere che prendono spunto da personaggi in un certo senso di attualità sono sempre più numerose e hanno nella Traviata di Verdi il loro archetipo» dice ancora Berta. «Sono sicuro che Raffaella sarebbe incuriosita, lusingata ed emozionata nel sapere che ciò che ha fatto nella sua vita ha trovato ascolto e casa anche in un mondo apparentemente lontano dal suo come quello dell’opera lirica» racconta Sergio Japino, compagno e storico coreografo della Carrà, coinvolto dagli autori nella creazione dell’opera. Arie, cori, duetti, proprio come nell’opera – ma anche sul modello delle grandi opere rock o dei musical alla Andrew Lloyd Webber – per Raffa in the sky «un melodramma che si ispira alla figura iconica di Raffaella Carrà, prima grande protagonista della televisione italiana ma anche personaggio internazionale – dicono ancora da Bergamo i committenti della partitura –. Attraverso la straordinaria esperienza della Carrà, l’opera si propone di riflettere anche sul ruolo dell’artista nella società, sul valore e sull’uso dell’arte, sul ruolo della televisione e degli altri media». Tutto, promettono, «senza dimenticare la musica della Carrà, in un racconto che sceglierà la strada del surreale e del paradossale». E sarà interessante vedere come Rumore, il Tuca tuca, Ballo ballo diventeranno arie liriche sul modello del Nessun dorma, il «Vincerò» della Turandot o cori come il Va’ pensiero del verdiano Nabucco.
Brani che ormai sono diventati pop. Come la Carrà.