La Stampa, 31 gennaio 2023
Il boom dei centenari
Sono nati quando i totalitarismi erano uno spettro lontano e la televisione una folle idea ancora da realizzare, ma hanno assistito all’elezione di tutti e dodici i presidenti della storia repubblicana. Sono passati indenni ai conflitti mondiali e soprattutto al flagello del Covid, che ha ucciso quasi sette milioni di persone nel mondo. Nell’Italia che attraversa l’inverno demografico i centenari non sono mai stati così numerosi: quasi 20 mila, 19.714 per la precisione, di cui 16.427 donne (83%) e 3.287 uomini. È il dato più alto di sempre – quasi raddoppiato rispetto al 2009 –, un autentico boom che segue il calo del quadriennio 2015-18 provocato dal crollo della natalità avvenuto durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. E la crescita, secondo gli esperti, dovrebbe continuare anche nel futuro prossimo. «Da qui al 2032 ci aspettiamo un raddoppio dei centenari – è il commento di Niccolò Marchionni, ordinario di Medicina interna all’Università di Firenze e presidente della Società italiana di cardiologia geriatrica –. Superare i cent’anni era una cosa prima rarissima, ormai lo sta diventando sempre meno». Tanto da giustificare l’utilizzo di una categoria relativamente nuova: la Quinta Età.
La persona più anziana dello Stivale è Domenica Ercolani, per tutti Nina, 112 anni e 211 giorni. Ultima di cinque figli, vedova da 38 anni, vive a Pesaro insieme alla figlia 86enne. Per incontrare l’uomo più longevo d’Italia bisogna scendere fino al 12° posto della “classifica": si tratta dell’ex bersagliere Tripolino Giannini, 110 anni e mezzo, da Cecina (Toscana). Se si domanda agli interessati, l’elisir di lunga vita ha gli ingredienti più disparati: si nasconde tra le abitudini a tavola (c’è chi assicura di mangiare due uova al giorno, chi di bere almeno un bicchiere di vino a pasto), dipende dai sonnellini pomeridiani o dalla devozione alla messa domenicale. Gli scienziati che hanno fatto ricerche nelle “Blue Zones” come la Barbagia, le isole di Okinawa (Giappone) e Ikaria in Grecia, dove l’aspettativa di vita è sensibilmente maggiore rispetto al resto del Paese, studiano il corredo genetico. «La felice combinazione di geni è ovviamente un punto di partenza favorevole – spiega Niccolò Marchionni –, che però si può perdere con cattive abitudini di vita. Tra le condizioni che accomunano i centenari c’è un’intensa rete di relazioni che evita l’isolamento, una vita non sedentaria e un’alimentazione con poche calorie».
In Italia la regione con il rapporto più alto tra popolazione di centenari e il totale dei residenti è il Molise, seguito da Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Abruzzo. Nemmeno la pandemia ha scalfito la vita dei super anziani italiani. Secondo i dati dell’Istat, durante i mesi neri del Covid, quella dei centenari è stata una delle poche fasce d’età in cui non si è registrata una crescita dei decessi. Le differenze con il resto della popolazione sono probabilmente legate al fatto che chi ha cento anni e più è “geneticamente selezionato”, più resistente. Inoltre i centenari erano in “isolamento domiciliario” già prima del Covid: quasi nove su 10 sono “protetti” in famiglia, solo il 12% vive in una residenza per anziani.
Secondo gli esperti la popolazione ultracentenaria è destinata a crescere, imponendo riflessioni nei paradigmi previdenziali e non solo. «Se l’aspettativa di vita massima è di 120 anni e non sembra modificabile – conclude Marchionni, – stiamo però modificando il numero di soggetti che si avvicinano a quel limite, arrivandoci peraltro in condizioni buone, ovvero con poche malattie, anche in virtù del fatto che si selezionano quelli più resistenti».