Corriere della Sera, 31 gennaio 2023
La meritocrazia di Pirandello
Siamo sicuri che il tour (partito in dicembre) di Achille Lauro nelle scuole italiane sia una grande trovata? Non per lui, che avendolo proposto l’avrà fatto a ragion veduta, ma per le scuole e in generale per la formazione dei giovani? Siamo sicuri che una tournée nelle scuole in coincidenza con una tournée nei teatri e con l’uscita di un disco sia una buona idea e non soprattutto un’idea promozionale, magari con tutte le ottime intenzioni: «ingaggiare le nuove generazioni sui temi del futuro, stimolandoli a misurarsi con aspettative e timori»? Tanto più che il tour scolastico viene sostenuto da sponsor a occhio non proprio disinteressati come Amazon. Siamo sicuri che, se altri dovessero seguire l’esempio di Achille Lauro, la scuola non rischi di diventare come quelle rubriche televisive che invitando intellettuali, scrittori e star dello spettacolo in occasione delle loro uscite (libri e altro) finiscono per fare più marketing che informazione (chi non ha visto in tv l’ultimo Ammaniti alzi la mano)? Mentre Achille Lauro gira per le scuole, Flavio Briatore sostiene che per Pirandello c’è tempo: l’imprenditore ha detto a «Zona Bianca», su Retequattro, che «la scuola deve insegnare la meritocrazia», precisando che: «Una prof di italiano voleva far studiare Pirandello nella scuola di mio figlio, le ho detto: guardi che l’italiano è la terza lingua, c’è tempo per Pirandello». Variante elegante del noto: con la cultura non si mangia... È vero che il figlio di Briatore frequenta un istituto internazionale a Montecarlo, dove le prime lingue sono francese e inglese, ma la lezione di italiano è la lezione di italiano, dove persino a Montecarlo sarà previsto lo studio della lingua e della letteratura italiana. Che è anche un modo, sia pure molto particolare, di premiare la meritocrazia, se vogliamo usare questo termine magico. E che meritocrazia! Non il successo stagionale di Achille Lauro o dei Måneskin, ma la «meritocrazia» secolare, che ne so, di Dante o, appunto, di Pirandello. Perché, se vogliamo buttarla sui risultati non (solo) ideali ma brutalmente economici, in libreria e nei teatri, Pirandello avrà incassato (e fatto incassare) forse anche più di quanto hanno guadagnato Briatore e Achille Lauro messi insieme. Meritocrazia? Chiamiamola meritocrazia (e molto internazionale), questa sì da insegnare ai ragazzi.