Corriere della Sera, 31 gennaio 2023
Intervista a Sonny Colbrelli, candidato con Fi
«Non ricordo nulla da 80 metri prima del traguardo al giorno dopo la gara. Mi hanno salvato la vita e poi operato ottimi medici del servizio pubblico. Il trofeo della Roubaix, invece, è in bacheca, ora vorrei far politica per occuparmi degli altri come loro si sono occupati di me». Lo scorso marzo un defibrillatore e un medico salvarono la vita a Sonny Colbrelli al Giro di Catalogna, ma sancirono anche il suo addio al ciclismo a 6 mesi appena dal suo più grande trionfo, quello alla Parigi-Roubaix.
Colbrelli, oggi lei corre con Forza Italia al Consiglio regionale lombardo. Come è nata la candidatura?
«Me l’ha chiesto un amico, il senatore Adriano Paroli. Ho detto di sì a patto di potermi occupare sopratutto di sport».
Come?
«Invogliando i bambini all’attività fisica per combattere l’obesità e la dipendenza da telefonini e videogiochi e togliendoli dalle brutte compagnie. A me il ciclismo ha raddrizzato una vita che poteva mettersi male. Sport è salute, sicurezza, crescita personale».
Da cosa vuole cominciare?
«Dalle strade che non possono più essere trappole mortali, dai bambini che non possono allenarsi sempre nei parcheggi degli ipermercati dopo la chiusura per non rischiare la vita. Non si pedala in gabbia».
Soluzioni?
«In Spagna il Codice della Strada impone agli automobilisti 1,5 metri di distanza dai ciclisti in fase di sorpasso: ci sono un quarto dei morti rispetto all’Italia. Serve questo per onorare la memoria di campioni come Scarponi e Rebellin, uccisi dalle auto, e per proteggere chi usa la bici per fare la spesa, andare al lavoro o divertirsi».
Le piste ciclabili?
«Utili nei centri urbani. Ma il rispetto di chi pedala deve valere su qualunque strada: ciclisti e pedoni sono quelli che rischiano di più».
Cosa pensa del limite di velocità a 30 all’ora in città?
«Che va benissimo».
Lei cominciò come ciclista part-time: all’alba in fabbrica a scaricare tubi, il pomeriggio ad allenarsi.
«Era l’unica soluzione per sostenermi. Ed è un principio da condividere: lavorare duro paga, senza sacrifici un ragazzo non può ottenere nulla. Dietro alla mia vittoria alla Parigi-Roubaix 2021 ci sono centinaia di camion scaricati».
Cosa le piace della politica?
«Che devi metterci la faccia e lottare per ottenere risultati. E che se prometti qualcosa poi devi mantenerla sudando fino al traguardo».