Corriere della Sera, 30 gennaio 2023
Piazzolla a giudizio
Il lontano passato di Andrea Piazzolla, precedente all’epoca in cui è diventato il tuttofare di Gina Lollobrigida, entra in un’aula di giustizia. Il factotum dell’attrice scomparsa è stato citato a giudizio dalla procura perché non avrebbe versato l’assegno di mantenimento a favore del figlio nato nel 2009 da una relazione con Sara Urriera, 38 anni, riconosciuto soltanto nel 2021 al termine di un intricato percorso giudiziario. La somma che avrebbe dovuto versare Piazzolla, 35 anni: 300 euro al mese a cui aggiungere il cinquanta per cento delle spese straordinarie. A stabilirlo il 27 maggio del 2021 è stato il giudice civile. Da allora, tuttavia, il manager della Lollo non avrebbe adempiuto alle disposizioni della sentenza. Il reato contestato a Piazzolla: violazione degli obblighi di assistenza familiare. Prima udienza: 29 marzo 2023.
Il processo è l’ultimo capitolo di una controversa storia d’amore iniziata nel 2008. Bisogna tornare indietro nel tempo, a quindici anni fa, allorché un giovanissimo Piazzolla, all’epoca ventenne, entra con il papà Girolamo e la mamma Concetta nella «Gelateria Sara», in via Federico Alessandri, zona Trigoria. Dietro il bancone c’è Sara. I due ragazzi si innamorano subito. La loro relazione scorre serena nei primi mesi. A gennaio del 2009 Sara rimane incinta. Piazzolla accoglie la novità con entusiasmo, almeno così ricorda la Urriera. La coppia progetta anche di sposarsi. È a marzo di quell’anno che Piazzolla conosce Gina Lollobrigida. Sara incontra la «Lollo». A fargliela conoscere è il fidanzato. Ma è proprio in quelle settimane che Piazzolla cambia idea: il figlio non lo vuole, chiede alla Urriera di abortire. Sara, però, si rifiuta. I due a quel punto smettono di vedersi. Il bimbo nasce il 5 settembre del 2009, quando già Andrea e Sara hanno preso strade diverse. Piazzolla diventa il braccio destro della «Bersagliera» e nel 2015 si trasferisce a casa di lei. Poi – qualche anno fa – intreccia una relazione con Adriana, la quale si trasferisce a vivere a casa dell’attrice, prima della nascita, nel 2020, della loro figlia.
Nel 2016 Urriera, che nel frattempo ha spostato la sua gelateria in un’altra zona della Capitale, chiede a Piazzolla di assumersi le responsabilità di padre. Lui, però, nega di essere il papà del ragazzo. Questo è il momento in cui nasce un braccio di ferro. La vicenda diventa materia di un processo civile. Terminato nel 2021 con il riconoscimento della paternità di Piazzolla. Da due anni il bimbo, infatti, porta anche il cognome del padre. Il giudice poi stabilisce anche quanto debba versare Piazzolla: 300 euro al mese. Sentenza impugnata in sede civile dalla Urriera, attraverso gli avvocati Annafranca Coppola e Alessandra Spina. «Piazzolla si dichiara indigente» osserva l’avvocato Spina, che si occupa anche del processo penale. Pochi giorni fa è stato aperto il testamento di Lollobrigida. L’attrice ha lasciato metà del patrimonio, che sarebbe milionario, a Piazzolla, difeso dall’avvocato Filippo Morlacchini.