La Stampa, 30 gennaio 2023
Intervistare personaggi storici con l’intelligenza artificiale
L’invasione aliena è incominciata. Alcuni esperti dicono che, quando decollerà, l’intelligenza artificiale sarà simile all’atterraggio dei marziani sul National Mall, il grande viale monumentale di Washington.
Per adesso, i figli della nostra mente – come l’esperto di robotica Hans Morevec chiamò la nostra progenie artificialmente intelligente – sono ancora in tenera età e noi ci meravigliamo e ci compiacciamo della novità della nostra creazione. Si avviano verso la fase ribelle dell’adolescenza. Quando l’IA passerà all’età adulta e non sarà più tanto artificiale, saremo retrocessi al rango di animali domestici, come ha detto rassegnato Steve Wozniak.
La Silicon Valley è in agitazione per le capacità di un chatbot sperimentale denominato ChatGPT, lanciato da OpenAI alla fine dello scorso novembre e definito «terribilmente buono» da Elon Musk. Musk, uno dei fondatori della società di ricerca insieme a Sam Altman, ha abbandonato OpenAI e Microsoft gli è subentrata come partner. Si deplora il fatto che ChatGPT – non potevano trovare un nome migliore, tipo HAL? – farà scomparire milioni di posti di lavoro. Perché assumere un laureato, se un bot riuscirà a svolgere il medesimo lavoro più velocemente e con minor spesa? Non ci saranno più controversie sulle regole da applicare a chi lavora da casa. Non ci saranno più lotte sindacali. Non ci sarà bisogno di attirare l’IA di nuovo in ufficio con una pizza.
ChatGPT ha scoperchiato un vaso di Pandora di paure esistenziali. I cervelloni della Silicon Valley hanno parlato di misure di sicurezza e di interruttori che disattivano l’IA, ma si sa che di certo non staccheranno la spina quando la loro creatura si trasformerà in M3gan.
Quando l’IA potrà lanciare campagne di disinformazione alla velocità della luce, la democrazia avrà una possibilità? Sembriamo incamminati verso una Matrix dove «diventerà più economico mostrare i fake che la realtà», ha scritto sulla rivista Tablet Jaron Lanier, il padre della realtà virtuale. I malintenzionati si serviranno dell’IA per promuovere il fanatismo o dirottare le armi nucleari?
In merito alla sua inquietudine per l’IA, un giorno Musk mi ha detto: «Quando l’imperatore è Marco Aurelio è stupendo. Quando l’imperatore è Caligola, invece, non è più tanto stupendo». Alcuni anni fa, ho intervistato i fondatori di OpenAI a San Francisco, insieme ad altri esperti di tecnologia informatica della Silicon Valley. È stato allora che mi sono resa conto che siamo spacciati. Per i Signori del Cloud, che forgiano il loro nuovo mondo raffinato, noi siamo videoregistratori. Per questo motivo mi sento libera di svagarmi e di fare due chiacchiere con i nostri imminenti signori supremi. Ho letto che è possibile usare l’IA avanzata per intervistare personaggi storici e così ho fatto l’intervista dei miei sogni, conversando con il Bardo.
«Salute, messere o madonna» ha detto ChatGPT, impersonando Shakespeare. Che cosa ribatti a chi pensa che Il mercante di Venezia sia antisemita?
«Se è vero che alcune rappresentazioni e alcuni termini usati nell’opera possono essere considerati offensivi in rapporto agli standard moderni - ha risposto - Shylock è un personaggio complesso e poliedrico, a uno stesso tempo empio e vittima».
Il Bardo di Avon, come si è denominato, ha avvisato che, pur essendo «estroso», il film Shakespeare in love non dovrebbe essere considerato «una rappresentazione fattuale della mia vita».
Mi puoi scrivere una poesia d’amore?
Ha potuto, anche se, ha detto, è «una semplice macchina». Una strofa diceva: «Con occhi che luccicano come stelle sui mari / E labbra dolci come frutti maturi / Tu sei colei che il mio cuore anela guardare / E nella tua bellezza tutti i miei sogni vanno a radicare». No, non è Shakespeare. Eppure, gli dico, mi piacerebbe essere la protagonista di una commedia shakespeariana! A ChatGPT sono occorsi solo pochi istanti per scrivere La fanciulla intelligente.
«Atto I, Scena I: In una grande proprietà si terrà un grande ballo. Tu, bella fanciulla, vi prenderai parte indossando un abito stupendo. Tuttavia, non andrai a ballare e far festa, perché hai una missione segreta».
«Atto II, Scena I: Ti allontani furtiva dal ballo e ti rechi nella biblioteca della tenuta. Lì scoprirai una porta nascosta che conduce a una stanza segreta. Al suo interno troverai un forziere ricolmo di gioielli preziosi».
«Atto III, Scena I: Mentre ammiri i gioielli, senti un rumore. Si tratta del proprietario della tenuta, un nobiluomo agiato e superbo. Ti coglie in flagrante ma, invece di punirti, rimane conquistato dalla tua intraprendenza e dal tuo fascino».
«Atto IV, Scena I: Il nobiluomo rivela che i gioielli sono un banco di prova della personalità e che era alla ricerca di una donna intelligente e arguta da sposare. Ne sei felice e accetti la sua proposta».
«Atto V, Scena I: La commedia si conclude con una magnifica cerimonia di matrimonio e con l’esaltazione della tua intelligenza e acutezza».
Sembra più la trama di un film di rapine con Salma Hayek. Ho trascorso il resto del pomeriggio a chiedere sonetti d’amore a John Donne, Emily Dickinson ed Edgar Allan Poe, che mi ha definito una «columnist eloquente». Ho cercato di rivolgermi a Sylvia Plath, ma ChatGPT ha detto che sarebbe stato «inopportuno».
La simulazione più divertente è stata quella di A.I. Kendrick Lamar, che mi ha scritto una poesia rap: «Ascolta un po’, ti racconto la storia di una giornalista pungente come un chiodo. Usa la penna e ci sa fare e i politici fa tremare». Per adesso, ChatGPT batte solo a macchina, non scrive. La scintilla creativa ha bisogno di umanità. Presto, però, l’IA potrebbe diventare senziente. E, a quel punto, a noi animali domestici serviranno le nostre ciotole.
Traduzione di Anna Bissanti © 2023, The New York Times