1. NEL COVO DEL BOSS ALTRI DOCUMENTI FALSI: CACCIA ALLE IDENTITÀ SEGRETE, 28 gennaio 2023
UNO, NESSUNO, CENTOMILA – QUELLA DI ANDREA BONAFEDE È SOLO L’ULTIMA FALSA IDENTITÀ CON LA QUALE MATTEO MESSINA DENARO SI È SENTITO SICURO DI MUOVERSI: ALLA FINE DEGLI ANNI 90, QUANDO SI NASCONDEVA A POCHI CHILOMETRI DA PALERMO, USAVA I DOCUMENTI DI MATTEO CRACOLICI, UOMO DELLA DROGA DEI BOSS DI BRANCACCIO. DAL 2020 È DIVENTATO BONAFEDE, MA NELL’APPARTAMENTO SONO STATE TROVATE DIVERSE TESSERE DI RICONOSCIMENTO CON LA FOTO DELL’EX LATITANTE E NOMI E DATI DI ALTRE PERSONE. ORA BISOGNA CAPIRE SE… - VIAGGIO NEL COVO -
Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il "Corriere della Sera" Alla fine degli anni 90, quando si nascondeva a pochi chilometri da Palermo, usava i documenti e le generalità di Matteo Cracolici, uomo della droga dei boss di Brancaccio. Almeno dal 2020 si faceva chiamare Andrea Bonafede, geometra con parentele importanti in Cosa nostra. Ma le identità usate dal boss Matteo Messina Denaro, arrestato 11 giorni fa in una clinica privata del capoluogo siciliano dopo 30 anni di latitanza, sarebbero decine.
Ne sono convinti gli investigatori che, nel suo ultimo covo, a Campobello di Mazara, avrebbero trovato diverse tessere di riconoscimento con la foto del padrino e nomi e dati di altre persone realmente esistenti e in vita, in modo da non destare sospetti nel caso di controlli. Su questo lavorano gli inquirenti che dovranno scoprire come il capomafia di Castelvetrano sia venuto in possesso dei documenti, se i reali intestatari fossero conniventi, se qualcuno abbia fornito al boss carte precompilate sulle quali l’ex latitante si sia limitato ad attaccare la sua fotografia. Quel che emerge, però, nonostante il riserbo di carabinieri e magistrati, è che Messina Denaro, grazie ai documenti falsi, ha viaggiato e fatto affari per tanto tempo. […]
2. NEL COVO DEL BOSS Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato per “la Stampa”
«Be strong when you are weak, brave when you're scared, numble when you are victorius». Forte se ti senti debole, coraggioso quando hai paura, umile nel momento in cui vinci. La narrazione mafiosa di Matteo Messina Denaro restituisce la banalità del male. Una casa, in superficie, come quella di chiunque, che per giorni abbiamo visto solo dalle facciate scialbe di vicolo San Vito, ex via Cb 31 civico 7 a Campobello di Mazara, si è materializzata ieri nel video girato dai carabinieri del Ros che lo hanno arrestato a Palermo lo scorso 16 luglio dopo 29 anni di misteriosa latitanza.
[…] Sessanta metri quadri. Non compaiono – nei frame diffusi - camera da letto e cucina e non per caso. In quelle stanze gli investigatori di Palermo e Trapani hanno trovato una pistola Smit&Wesson calibro 38 caricata con 5 proiettili e 20 custoditi in una scatola a parte, tutto nascosto nel doppiofondo di un mobile, ma anche – nella zona notte – agende personali dell'ex latitante, appunti su temi di attualità, di politica nazionale, ricevute di costosi ristoranti di Trapani e rinomate boutique palermitane. Uno sgabello di pelle e un tavolo in vetro si affacciano nella visuale ad angolo.
Dimenticate il casolare in cui fu arrestato Bernardo Provenzano, la casa di un ricottaro a Montagna dei Cavalli, 2 km da Corleone. A Campobello non ci sono Bibbie, rosari di legno, ritratti di Padre Pio, sedie di paglia e stufette in una stanzetta maleodorante. C'è il male camuffato da normalità e contraddizioni.
[…] una pila di libri: biografie di dittatori guerrafondai e autocrati: Hitler, Putin. Ma anche «Les Fleurs du mal» di Charles Baudelaire e un romanzo di Pennac in cui, l'ex imprendibile avrà trovato assonanze con il protagonista Maulassène
[…] Un raccoglitore di documenti ad anelli, suppellettili, una spillatrice sono disseminati sul mobile basso. Non c'è il televisore al quarzo ritrovato nel covo di Provenzano, ma si staglia uno schermo piatto nero, 32 pollici.
[…] La telecamera indugia un attimo in più su quel quadro con didascalia inglese che raffigura anche Gesù con la corona di spine in testa e il capo chino: «Sii forte quando ti senti debole». È il cliché del mafioso assassino, stragista che, abusivo, si impadronisce dei simboli religiosi. Ma gli ultimi attimi del figlio di Dio in croce, suonano per lui come un epitaffio figura