la Repubblica, 28 gennaio 2023
I 36 anni dei Simpson
NEW YORK – I presidenti passano, il pasticcione Homer Simpson no. La Fox ha prolungato di altri due anni, fino al 2025, la serie animata per adulti più popolare d’America:La famiglia Simpson. La notizia, dopo le voci emerse a dicembre, adesso è ufficiale. Con le due nuove stagioni, la 35esima e la 36esima, la saga creata dal fumettista Matt Groening nell’87 estenderà il suo record di più lunga serie animata e sitcom della storia della televisione americana e la più longeva in prima serata, superando il traguardo delle ottocento puntate.
Quando il 17 dicembre ’89 debuttò sulla Fox, come regalo di Natale, la parodia della famiglia media americana, il presidente degli Stati Uniti era Ronald Reagan e papa Giovanni Paolo II aveva chiesto a Mikhail Gorbaciov di riconoscere la libertà religiosa in Unione Sovietica. L’idea di raccontare in chiave umoristica la condizione umana è diventata nei decenni qualcosa di più di una parodia. Nelle stralunate avventure di Homer, pigro ma con lampi di umanità, la premurosa moglie Marge e i figli Bart, Lisa e Maggie, triade di saputelli, disobbedienti e eterni bambini, in una città indefinita chiamata Springfield,come almeno cinquanta posti in America, non è entrato solo il ritratto di una famiglia disfunzionale, ma di un Paese intero, finendo per diventare profetico. Altro che Nostradamus o i Maya: Homer. L’America è un librone aperto. Molte situazioni raccontate nei Simpson sono apparse così assurde da rivelarsi vere. In un episodio del 2008 un miliardario simile a Richard Branson andava alla conquista dello spazio, come il fondatore della Virgin avrebbe fatto realmente tredici anni dopo. E in un altro, un senatore simile a Ted Cruz se ne va alle Bahamas, lasciando i suoi elettori in mezzo a un’emergenza, ben prima che l’originale volasse a Cancùn con la famiglia, abbandonando i texani al buio e sepolti dalla neve. E poi l’episodio Bart to the Future in cui Lisa Simpson è la presidente degli Stati Uniti al posto di un disastroso predecessore chiamato Donald Trump. Quando nel 2016 commentatori e Democratici dicevano che il tycoon non ce l’avrebbe mai fatta a vincere le elezioni, avrebbero dovuto guardare quell’episodio, trasmesso non un mese prima ma nel 2000. Dettaglio: in quella puntata la “President Lisa”indossava vestito viola iris con girocollo di perle, come ventuno anni dopo, per il giuramento, la vicepresidente Kamala Harris. E poi l’episodio del ’95 in cui il fidanzato di Lisa parla a uno strano orologio indossato al polso, ben prima dell’Apple Watch, o il caso di corruzionenel governo mondiale del calcio, un anno prima degli arresti alla Fifa, e la pandemia mondiale, che nella puntata del ’93 si chiamava “Osaka Flu” e non Covid, o l’assalto armato al Congresso raccontato nel ’96 e poi avvenuto davvero il 6 gennaio del 2021.