Il Messaggero, 27 gennaio 2023
Intervista a Fred Vasseur
Il primo giorno di scuola per Fred Vasseur, l’uomo che ha vissuto fra pistoni e trofei. Pressione? Neanche a parlarne. Il francese è rilassato in sella al Cavallino, come un orsacchiotto che ha appena messo le zampe su un barattolo di miele. Un’esistenza passata a vincere tutto nelle formule minori avendo avuto in squadra tutti i migliori. E piazzando in bacheca una raffica di campionati. Con Frederic hanno conquistato il titolo Rosberg e Hamilton, Hülkenberg e Vandoorne, Bottas e Ocon, Leclerc e Russell. Lui un driver lo valuta per come impugna il volante. La prima uscita pubblica da nuovo boss di Maranello è un’ora con sorriso stampato sulla faccia.
Sa che è la sfida più importante della sua carriera?
«Sì, ho fatto tante cose, ma per chi è in F1 arrivare alla Ferrari è il massimo. Sei molto esposto, le aspettative sono alte. L’obiettivo è chiaro: bisogna vincere, la gare e anche i campionati».
Sono tre settimane che è a Maranello, che impressione ha avuto?
«Il potenziale è alto. Ho avuto modo di conoscere personalmente solo un piccola parte della squadra, devo relazionarmi con tutti».
Lei in Ferrari è team principal e general manager non è però Ceo. Chi è l’ad della Scuderia?
«La Scuderia non è una società autonoma, non ha un Ceo. Il team è un dipartimento dell’azienda che già ha il suo Ad. Il mio ruolo è chiaro, ho la responsabilità della squadra e il target di vincere».
Parliamo dei piloti, Charles sarà la prima guida?
«Credo che il Cavallino abbia il potenziale per schierare due vetture uguali, al top. L’obiettivo è solo vincere, non è importante se con Carlos o Charles. Non esistono prime o seconde guide, lo stabilirà la classifica se qualcuno deve essere aiutato».
Quale è la sua relazione con il presidente Elkann e che rapporto ha con Benedetto Vigna?
«John lo conosco da tempo, il title sponsor del team dove lavoravo era l’Alfa Romeo e ho avuto modo di confrontarmi con lui. Con Benedetto ho meno frequentazione, ma tutti sanno quanto è importante per questa azienda quindi avremo una stretta collaborazione».
Con Wolff invece, un personaggio importante in F1?
«Il mio rapporto con Toto è buono. Abbiamo molte occasioni per confrontarci e combattere in pista, ma questo non deve incidere sulle relazioni personali».
Che sensazioni ha per la stagione che sta per iniziare?
«La nuova monoposto è quasi pronta, io non ho partecipato al lavoro di sviluppo, ma sono fiducioso che sia stato fatto tutto al meglio. Non sappiamo gli altri: solo in Bahrain avremo una percezione più precisa della situazione».
Quale è stata la prima decisione da team principal della Ferrari?
«Prendere velocemente lezioni di Italiano...».
Perché la Ferrari ha pensato che lei è l’uomo giusto per tornare a vincere?
«Questo lo dovete chiedere a John. Comunque la mia carriera può parlare per me: non sono un aerodinamico, un meccanico, un capo disegnatore, il mio compito è mettere tutti nella condizione migliore per vincere. Sono trent’anni che faccio questo mestiere».
Quanto ha influito nella decisione di prendere lei il fatto che è francese?
«Non penso. Io conosco Charles da più di 12 anni, da quando andava sul kart. Ma non sono qui per mettere Leclerc nelle migliori condizioni, ma per riportare la Ferrari a vincere».
Ha parlato con Binotto?
«Con Mattia ho parlato molte volte, ma non ultimamente. Ci siamo incontrati quando sono arrivato a Maranello, un paio di settimane fa, lui era ancora qui».
Quando Jean Todt è arrivato in Ferrari, ha chiarito che lui avrebbe parlato solo con il Presidente. Farà anche lei così?
«Certo che no, quelli erano altri tempi. Il mio riferimento è il Ceo Benedetto Vigna, avrò un ottimo rapporto con lui».
Il Cavallino inizia il 2023 per vincere entrambi i campionati?
«Quando si ha una tradizione come la Ferrari e mille persone che lavorano, l’obiettivo deve essere sempre massimo».
Parliamo di Carlos
«Stimo molto Sainz, nel 2016 quando ero alla Renault mi sono impegnato per averlo, ma quando lui è venuto, io sono andato via. Due anni in Ferrari ha fatto bene, ha un buon feeling con Leclerc, lavorano bene insieme».
Quale è la strategia per il direttore tecnico?
«È una questione sul tavolo, decideremo il da farsi».
La Ferrari non sembra avere un buon rapporto con la FIA?
«È importante avere buone relazioni con tutti i protagonisti della F1, il mio approccio è sempre stato questo».
Come sta Tavares, il Ceo di Stellantis?
«Conosco Carlos da molto tempo, siamo amici. Niente di più. È un grande appassionato di motorsport, ho contatti con lui dagli anni Novanta, dai tempi della Formula Renault».
Avete due driver con il contratto in scadenza alla fine del prossimo anno. Come intende regolarsi?
«Non è la mia priorità. E nemmeno quella dei piloti. Cerchiamo di fare un buon lavoro e poi vedremo».
Todt ha impiegato 6 anni per vincere. Ci vorrà altrettanto?
«Era una situazione diversa, trenta anni fa...».
Dorme la notte o sente la pressione per il nuovo incarico?
«Dormo abbastanza bene, grazie. In questo lavoro tutti sono sotto pressione: chi non la sente fa meglio a cambiare».
Todt arrivò a Maranello con una Mercedes. Lei in Ferrari?
«No, con la Stelvio, è una buona macchina».
Ci dice il nome della nuova monoposto?
«Sarà una Ferrari».