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 2023  gennaio 27 Venerdì calendario

Nelle Filippine le cipolle costano come oro e finiscono nelle mani dei narcos

 April Lyka Biorrey-Nobis, 28 anni di Iloilo, nelle Filippine, si è sposata il 21 gennaio. Vestito bianco come da migliore tradizione, ma nelle mani un bouquet di cipolle. Ha fatto il giro del social, prima di approdare sulle prime pagine dei giornali come ultima, folle riprova di quello che sta succedendo sul mercato agricolo filippino: prezzi alle stelle di tutti i prodotti, con un’impennata senza precedenti delle cipolle, diventate il vero «oro giallo» del paese, merce da scambiarsi di contrabbando, radiate dai menù dei ristoranti nemmeno fossero caviale, eliminate dalla cucina familiare, dove pure rappresentano l’ingrediente fondamentale. Non sorprende dunque che April Lyka abbia scelto al posto dei fiori delle sfavillanti cipolle rosse (vendute a prezzo d’oro al pari di quelle gialle) trasformandole poi in succulente e preziose bomboniere per gli ospiti.
Cause dal caro-cipolla, ormai argomento di continue discussioni in Parlamento e in Senato e priorità per il governo di Ferdinand Marcos Jr: l’impatto dei disastri naturali, l’aumento della domanda post pandemia, la carenza di magazzini frigoriferi.
PREZZI ALLE STELLE
A fine dicembre erano stati avvistati su alcuni scaffali di supermercati cipolle a 13 dollari al chilo. I narcos non si sono persi l’occasione e così sulle cipolle si è già creato il business illegale: un gigantesco racket che vale milioni di euro. L’ortaggio che fa lacrimare diventa merce di affari criminali, quasi come la cocaina. Negli ultimi mesi la polizia ha eseguito oltre 150 sequestri di carichi di cipolle di contrabbando (particolarmente coinvolti gli equipaggi degli aerei) per un valore di circa 10 milioni di dollari. Il mese scorso sacchi di cipolle sono stati scoperti in container che ufficialmente avrebbero dovuto trasportare abbigliamento.
Per cercare di frenare l’inflazione dei prezzi (dichiarata stato d’emergenza dal governo di Manila) il presidente Marcos, che ha anche evocato a sé il portafoglio dell’Agricoltura, ha autorizzato in questi giorni l’importazione di 21.060 tonnellate di cipolle, cosa che ha provocato l’ira dei coltivatori, che vedono arrivare le cipolle straniere proprio al momento del raccolto nazionale. Al picco massimo delle quotazioni anche sulla borsa nera, le cipolle sono arrivate a costare più del salario minimo giornaliero nella regione di Manila. Prodotti di lusso sono diventate anche le uova, mentre stanno scomparendo dagli scaffali dei supermercati lo zucchero e il sale. «Prima lo zucchero, poi il sale, poi le cipolle, finiremo per avere una commissione d’inchiesta parlamentare su tutti gli ingredienti che si usano in cucina» ha lamentato la senatrice Grace Poe, che come molte alte personalità politiche chiede a gran voce un ministro dell’Agricoltura ad hoc per affrontare l’emergenza. La senatrice Imee Marcos, sorella del presidente si è invece scagliata contro il sindacato degli agricoltori accusandoli di «un’abissale mancanza di pianificazione».
LA SPECULAZIONE
Secondo la senatrice Cynthia Villar, che presiede la commissione Agricoltura alla Camera alta, sarebbero i consorzi dei grossi produttori a speculare sull’ortaggio e ha ventilato l’ipotesi di depositi pieni di cipolle tenute fuori dal mercato per far aumentare artificialmente i prezzi: «I piccoli e medi produttori sono stati spazzati via dalla pandemia e dalle calamità naturali e adesso i grandi hanno il controllo completo dell’offerta, quindi creano una domanda artificiale per far salire le quotazioni». Il prezzo delle uova (fino a dieci pesos all’unità) è stato invece dopato dall’aumento dei costi dei mangimi e dall’epidemia di influenza aviaria della fine del 2021. Per evitare che al tutto si aggiunga anche l’effetto di una borsa nera alimentare fuori controllo, le autorità hanno imposto controlli strettissimi ai confini. È ormai possibile introdurre sul territorio nazionale quantità di ortaggi, in particolare cipolle, in una quantità modica unicamente per «uso personale» e comunque da sottoporre a una forma di quarantena. Per quantità superiori è necessaria una nuova autorizzazione «sanitaria e fitosanitaria» da parte del Bureau of Plant Industry.