il Giornale, 27 gennaio 2023
Intervista a Chiara Francini, la figlia «di na mignotta» che salirà sul palco di Sanremo
Una figlia «di na mignotta» che sale sul palco di Sanremo non s’era ancora vista. Ma lei si definisce proprio così. Anzi così la chiamava in modo scherzoso il papà quando era piccola. E, lei da buona figlia de «na mignotta», figlia di nessuno di importante, è partita da Campi Bisanzio, vicino Firenze e, dai che dai, si è trasformata in attrice di fama, cinema, teatro, fiction, scrittrice da centomila copie, editorialista. Una Jessica Rabbit sexy e divertente come è stata definita anni fa: bellezza, verve, preparazione e battuta pronta. Ma in fondo è rimasta la bambina che adora mangiare pane e olio a merenda. Ecco, questo, porterà Chiara Francini sul palco di Sanremo dove è stata chiamata da Amadeus come co-conduttrice nella quarta serata: se stessa.
Chiara, ma perché papà la chiamava così?
«Perché lui è vissuto a Roma e parla così. Gioca, scherza, è una persona molto colta, ama citare le poesie del Belli. Da piccola quando mi chiedevano di chi sei figlia rispondevo de na mignotta e la gente rimaneva di stucco».
Dunque sta figlia ora arriva sul più grande palco italiano.
«Un sogno per qualsiasi artista. Più grande è il pubblico è più un attore è contento. Ma non vado come personaggio, vado come persona. Fondamentale è l’ascolto, il dialogo, unico modo per interagire con i cantanti e con Amadeus. Insomma porterò la mia verità».
E qual è la sua verità?
«Quella di una parvenu, di una arricchita, di una ragazza di paese cresciuta in provincia, anzi nel contado che, grazie a mille sforzi ha realizzato i suoi desideri, ma dentro è rimasta con quel retroterra. Insomma una ragazza come io (titolo del suo monologo autobiografico – ndr)».
E come ci è riuscita?
«Perché sono una donna e un vulcano. Se le donne fanno venti per ottenere dodici, io faccio quaranta. Mi sveglio alle quattro di notte e scrivo quello che mi è venuto in mente. Non sto mai ferma, lavoro sempre».
Cosa ha provato quando l’ha chiamata Amadeus?
«Non me l’aspettavo per nulla. Mi ha mandato un messaggio dicendo che mi avrebbe telefonato. Sono rimasta due ore a fissare il muro in attesa dello squillo. Al Festival voglio essere perfetta, non devo deludere me stessa, la mia famiglia e il pubblico».
Ha cominciato a lavorare in tv con Pippo Baudo a «Domenica In». Cosa si porta di lui a Sanremo?
«Lui mi ha insegnato tutto della tv, sopratutto ad ascoltare l’interlocutore, ad essere al servizio dello spettacolo».
I suoi genitori che le hanno detto?
«Figurarsi che mia mamma l’ha scoperto dalla televisione, con l’annuncio di Amadeus».
Sua madre è il faro della sua vita.
Tutto quello che faccio è per far piacere alla mia mamma.
Sono quella che sono perché lei è sempre stata sincera con me, mi ha sempre sostenuto ma anche criticato, a volte stroncato».
Lei fa teatro, cinema, tv e scrive pure. Prossimi progetti?
«Sto scrivendo un altro libro di cui non posso svelare ancora il titolo. Sono in tv come giudice a Drag Race Italia su Discovery. Continuo con il tour di Coppia aperta quasi spalancata (commedia di Fo e Rame). Poi girerò il sequel di Addio al nubilato per Amazon e sto scrivendo anche una serie.
A proposito di porte aperte, con il suo fidanzato Frederick Lundqvist, ex calciatore svedese, applicate lo stesso sistema?
«Assolutamente no, tra di noi non c’è alcuno spalancamento, siamo una coppia molto tradizionale. Lui mi definisce una lava nelle mani difficile da maneggiare. Quello che sono diventata lo devo anche a lui, mi ha sempre spronata, è il mio pilastro».
Quanto dipende il suo successo dall’essere toscana?
Tantissimo. Sono figlia di quella cultura».
Le dà fastidio che l’accostino a Matteo Renzi, che frequentava il suo stesso liceo a Firenze?
«Per niente, anzi è un motivo di vanto, vuol dire che non possono dire nient’altro. Lui era rappresentante di istituto, più grande di me, non ci ho mai parlato. Quello che ci accomuna è solo di essere di fuori Firenze, della provincia».